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Alessandra Panzanelli intervista Paolo Tiezzi

Paolo Tiezzi è il Presidente della Società Bibliografica Toscana (SBT), un’associazione culturale che egli stesso ha fondato, insieme ad un gruppo di amici, nel gennaio 2011 (la data di nascita ufficiale è il 15 gennaio) e che in poco tempo è cresciuta in modo assolutamente imprevedibile.

Chi è innanzitutto Paolo Tiezzi?

Fiorentino di nascita, da anni risiedo a Torrita di Siena, luogo nel quale affondano le radici familiari (il mio cognome completo recita Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri). Faccio l’avvocato ma posso dire che dedico volentieri parte delle mie migliori energie in un’attività che non è quella professionale, bensì quella che nasce da una grande passione: l’amore per il libro antico. Un amore che ho sviluppato da quando, adolescente, ho trovato in casa dei nonni, proprio a Torrita, alcune edizioni antiche dei testi classici (come l’Odissea) che studiavo al Liceo in quel momento.
La passione per i libri s’è presto tradotta in pratica: nella raccolta di quei volumi che a me son sempre apparsi preziosi, col fervore tipico del collezionista, che va a caccia ogni volta che può. Ho sviluppato così una certa conoscenza della materia, che certo non rivaleggia con le competenze di professionisti, con i quali però colloquio senza troppa difficoltà e volentieri, che siano i librai antiquari o anche chi i libri li conserva e descrive, ovvero i bibliotecari. In cinquanta anni di caccia al libro, ho allestito quella che qualcuno giudica una biblioteca di tutto rispetto costruita con particolare interesse per le edizioni toscane e romane soprattutto del 16. secolo. La virtù che molti mi riconoscono, e che io stesso mi riconosco, è che non vivo l’amore per il libro con la gelosia tipica del bibliofilo, che tiene nascosto un tesoro e ne gode nella solitudine della propria casa. Al contrario a me piace condividere, condividere il piacere per il mondo della carta stampata che, se non è l’unico mezzo di trasmissione della conoscenza, certo ne è il principale, e dunque rappresenta un pezzo importantissimo della nostra cultura. Mi piace quindi utilizzare la collezione, farla parlare, prestare i pezzi per esposizioni.

Da ciò la voglia di creare un’associazione culturale; ho iniziato con una esperienza di proporzioni circoscritte, quasi private, col cui logo ho pubblicato alcuni lavori per poi ingrandire, diciamo così, l’impresa, riunendo intorno ad tavolo gli amici con cui condivido questa passione, un gruppo che ben presto si è allargato includendo professionisti del libro – dai librai ai bibliotecari -, studiosi, specialisti della materia o di discipline per le quali le stampe antiche sono una fonte di informazione, come filologi e storici.

Parliamo della Società Bibliografica; ci dà qualche cifra?

La SBT è nata ufficialmente il 15 gennaio 2011 a Pienza, città che tutti conoscono, simbolo dell’Umanesimo pieno e dell’architettura Rinascimentale, dove già nel settembre s’era tenuta una mostra organizzata da quanti si son trovati poi a fondare formalmente la Società. La mostra, dedicata a 40 cinquecentine romane, s’è tenuta nei luoghi delle Pie Disposizioni, uno dei palazzi adiacenti la splendida cattedrale di Pienza, di fronte a Palazzo Piccolomini, nel cui cortile si tenne la serata inaugurale. Sarà la bellezza dei luoghi e delle iniziative, in poco tempo il gruppo non troppo grande dei fondatori della Bibliografica s’è allargato fino a comprendere un numero di circa 150 associati. La crescita repentina del numero dei soci ci ha anche spinto a far fare alla Società un passo ulteriore, con una strutturazione maggiore, e abbiamo il riconoscimento che consente di ricevere il 5 per mille dei contribuenti. In neanche quattro anni di vita la SBT ha organizzato una serie di iniziative, soprattutto mostre, ed ha pubblicato più di trenta volumi, in gran parte cataloghi, ma vi sono collane specificamente dedicate a temi che ci stanno particolarmente a cuore, come l’amore della nostra lingua.

In che modo è evoluto, se è evoluto, il programma culturale: ci sono stati aggiustamenti tra gli intenti iniziali e la programmazione attuale?

Abbiamo dato vita ad alcune importanti collaborazioni, come quelle con l’Accademia della Crusca, appunto per trattare di termini totalmente desueti o scomparsi che vorremmo difendere; per fare un esempio: è stato appena pubblicato il volumetto sul Cocomero, termine che toscanamente preferiamo ad ‘anguria’, come pure è uscito un In difesa del popone, contro il più comune uso del termine melone. Non si tratta di mere idiosincrasie o municipalismi; si tratta di conoscere e difendere le tradizioni del proprio territorio, ed è in questa ottica che abbiamo contribuito alla stampa di opere dedicate, ad esempio, alle erbe della Val d’Orcia. Ecco, il radicamento sul territorio è senz’altro un punto di forza nel senso che la SBT ha presto instaurato un dialogo con le istituzioni culturali che si trovano sul territorio, in questo scoprendosi capace di attivare collaborazioni che forse in ambienti più istituzionalizzati e formali riescono più difficili. Questo stiamo felicemente sperimentando: partendo dalla passione maturata in privato, abbiamo intercettato la volontà di molti di fare qualcosa in questo ambito, di spendere il proprio tempo in attività culturali senz’altro riscontro che il piacere della condivisione. Delle passioni personali, di conoscenze maturate appunto per effetto di passione, dell’amore per il proprio territorio, insomma un po’ di quel sentire che, se vogliamo, è tipicamente italiano.

Lei oggi ha assunto anche un ruolo pubblico, quello di assessore alla cultura del Comune di Torrita di Siena. Intende quindi spingere sul pedale del programma culturale; pensa che si possano ottimizzare le risorse che l’associazione mette in campo? Ha già avuto modo di sperimentare una collaborazione in tal senso?

Siamo ora ad una sorta di seconda fase; una fase di consolidamento di alcuni risultati, e di revisione dell’assetto iniziale. Tenderemmo ora, grazie anche a questo rapporto con il Comune di Torrita, ad accrescere le iniziative con sede a Torrita, dove si sono già tenuti numerosi consigli e dove la Società ha stretto una collaborazione con l’Accademia degli Oscuri. Qui vorremmo dare vita anche ad un deposito librario che consenta, a chi lo volesse, di depositare la propria biblioteca, mantenendone la proprietà. Ciò in considerazione dei numerosi casi in cui si trovano alcuni nostri soci, molti dei quali – non è difficile immaginarlo – hanno costituito raccolte consistenti. Naturalmente non si tratterebbe di usare il deposito come un luogo in cui tenere cose per cui non si ha più lo spazio in casa; si tratterebbe di depositarvi raccolte con caratteristiche particolari, soprattutto saggistica, e che abbia legami con i temi frequentati dalla Bibliografica, in sostanza, oltre ovviamente alla storia del libro, la bibliografia e tutto quanto gravita intorno a queste discipline che abbia un valore scientifico. Eventuali raccolte che non rientrassero in questa griglia potrebbero destinarsi alla biblioteca comunale.

Qual è l’impegno maggiore per la SBT: quello editoriale o quello della organizzazione di eventi?

Difficile dirlo: siamo impegnati su vari fronti; certamente l’organizzazione di mostre è tra le attività più impegnative, per il coinvolgimento di diversi soggetti, per difficoltà logistiche, la fatica oggettiva nella movimentazione dei pezzi, la spesa per le assicurazioni e l’acquisto dei materiali espositivi. Si tratta però anche di una delle attività che perseguiamo stante che la finalità della SBT è la valorizzazione di libri anche in quanto meravigliosi manufatti. Non solo i libri ma tutto quanto ruota intorno a essi. Particolarmente interessante nello specifico quanto abbiamo fatto in merito alle cosiddette legature alle armi, ovvero le legature che recano impressi gli emblemi nobiliari: grazie a ciò abbiamo sviluppato numerose collaborazioni internazionali. Non posso inoltre dimenticare l’iniziativa dedicata agli ex-libris: in occasione del centenario della nascita di Boccaccio, abbiamo promosso una produzione di ex-libris realizzati da artisti contemporanei ed ispirati al grande autore del Decameron. Restando in tema di centenari, è di questi giorni l’allestimento di una mostra dedicata al più grande giurista del Trecento: Bartolo da Sassoferrato; la mostra lo vede protagonista a Siena dove si trovano importanti raccolte delle sue opere, sia nella Biblioteca Comunale, sia in una collezione privata di grande valore, quella dello storico del diritto Domenico Maffei. Torniamo così ancora una volta a valorizzare il collezionismo privato: come si può notare: non mera ossessione per oggetti particolari, bensì fascino per quell’oggetto straordinario che è il libro.

Come gestisce i rapporti con le istituzioni specificatamente deputate alla cultura, ovvero l’Università?

Con collaborazioni strette, che hanno significato l’appoggio all’organizzazione di master, la stampa di cataloghi, la promozione di singoli corsi, la compartecipazione a giornate ed incontri di studio; numerose oramai queste attività, che ci vedono protagonisti talvolta diretti, perché l’attività è promossa da uno dei soci, talvolta indiretti, con prestito di volumi (così un corso sugli incunaboli tenutosi a Marzo a Perugia, per il quale io stesso ho volentieri dato in prestito alcuni dei miei volumi, e mi dicono che questo ha fatto una grande differenza nell’efficacia del corso; ne sono felice). Nel peggiore dei casi, quando una iniziativa ci piace, quello che facciamo è darne notizia a tutti i soci, pubblicizzarla.

Lei non nasconde affatto il suo impegno religioso; d’altro canto non ha alcuna difficoltà a dialogare con chi non condivide la sua fede. Secondo lei questo è un segno dei tempi o un segno che la condivisione dell’habitus mentale che trova nel libro (ovvero nella conoscenza) il valore da condividere aiuta nello sviluppo del rispetto reciproco e di un sentimento di tolleranza?

Certamente credo nella necessità del rispetto reciproco e nella possibilità di superare le barriere, in nome di un rispetto dei valori di fondo di ogni religione. Certo non credo possa prendersi in considerazione il dialogo con chi manifesta atteggiamenti di intransigenza assoluta; penso ai terroristi naturalmente, e alle terribili esecuzioni di questi giorni. D’altronde non credo che certi comportamenti possano ascriversi alla fede religiosa, ai dettami di fondo di quella fede. Certo, trovo pericoloso, che vi siano comunque forme di intolleranza così violenta alle quali bisognerà trovare il modo di opporsi.

In che direzione vorrebbe che la SBT crescesse: ampliare la presenza di giovani? I rapporti con le istituzioni straniere? Con le scuole? Specializzare ulteriormente il campo d’interesse o al contrario ampliare l’attività di divulgazione?

Senz’altro i giovani sono un mio punto di interesse; vorrei rafforzare i rapporti con le scuole, organizzando giornate che introducano giovani e giovanissimi alla conoscenza del mondo della carta stampata, e facciano fare anche a loro la scoperta che fu per me folgorante.

L’impegno verso i giovani mi spinge ora, nell’impegno politico, ad investire anche nell’incentivo di altre attività, come l’educazione musicale per cui abbiamo stretto rapporti con la Filarmonica di Torrita, ed intendiamo dare l’opportunità a tutti i ragazzi di ricevere una prima formazione in questo senso.

Per chiudere: ha già pensato al fatto che lei ha dato vita ad una associazione che potrebbe consolidarsi e diventare un punto di riferimento importante per tutti quelli del settore? Se sì, come intende agevolare questo ulteriore progresso?

La domanda mi sembra retorica: lei già conosce la risposta. Certo che vogliamo diventare un punto di riferimento, ed intendiamo farlo continuando a lavorare, senza mai perdere di vista un dato fondamentale: che lo facciamo con lo scopo di creare momenti ed attività di piacere, senza mai perdere di vista questo spirito col quale ogni cosa può essere fatta e senza il quale ogni cosa appare impossibile.


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L'autore

Alessandra Panzanelli
Alessandra Panzanelli
Ricercatrice presso il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino (nel settore Bibliografia, Biblioteconomia, Archivistica); Dottore di ricerca in Scienze bibliografiche (Udine 2006) e in Storia (urbana e rurale) (Perugia 2012), si occupa di storia del libro, storia delle biblioteche, storia dell’Università, con attenzione particolare agli aspetti di storia delle idee e della cultura e delle istituzioni culturali per i secoli del lungo Rinascimento (1350-1650). Negli ultimi anni la sua attività di ricerca si è concentrata sulla prima produzione a stampa con focus sui testi giuridici, e si è svolta nell’ambito del progetto 15cBOOKTRADE (ERC 2014-19), basato presso la Università di Oxford e svolto in parnership con la British Library presso cui AP ha costantemente portato avanti i suoi lavori negli anni 2014-18. A lungo ha studiato, e continua a studiare, la biblioteca privata di Prospero Podiani, fondatore della Biblioteca Augusta di Perugia, cui ha dedicato la ricerca del dottorato in Scienze bibliografiche e per cui il Comune di Perugia nel 2016 le ha chiesto una lectio magistralis e affidato la co-curatela della mostra commemorativa nel 4. centenario della morte di Podiani. Bibliotecario e archivista, ha svolto attività professionale soprattutto presso l’Università di Perugia, dove ha partecipato attivamente a una serie di mostre e convegni legati alle celebrazioni del VII centenario e dove ha avviato un progetto di valorizzazione delle collezioni speciali. Membro della Società Scientifica di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche e di numerose associazioni culturali ha svolto attività di promozione culturale e partecipa regolarmente a convegni nazionali e internazionali.