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Joao Paulo Borges Coelho, As visitas do Dr. Valdez [Le visite del Dr. Valdez], Lisboa, Caminho, 2004

Mozambico, anni ’70. La guerra coloniale costringe due anziane signore a lasciare Ibo, l’isola del nord del paese ormai poco sicura, per trasferirsi nella città costiera di Beira. Le due, Sá Caetana e Sá Amélia, figlie della bellissima mulatta Ana Bessa e vedove di due coloni portoghesi, portano con loro un giovane domestico, Vicente, figlio del loro uomo di fiducia di una vita a Ibo.
Nella modesta casa i tre vivono unicamente rivolti al passato e ai simboli della loro antica agiatezza: la grande villa affacciata sul mare e il frutteto con gli alberi di cocco. Unico legame con questo mondo perduto sono le lunghe lettere scambiate, per il tramite di uno scrivano, con Cosme Paulino, padre di Vicente e domestico di vecchia scuola, che informa le padrone sul decadimento delle proprietà e sull’infuriare dei combattimenti.
Nel tentativo di ridestare Sá Amélia, invalida, da una sorta di ritiro depressivo dalla realtà nel quale dialoga con le ombre del passato, Sá Caetana inventa per lei il ritorno del Dr. Valdez, il loro medico di Ibo, morto ormai da anni e a cui Amélia era molto legata. Sarà Vicente a ridare vita al fantasma dell’amico di un tempo. In un improbabile travestimento (ma gli occhi di Sá Amélia non sono più in grado di discernere e la sua mente è abitata da fantasmi), Vicente viene a far visita alla vecchia signora, si siede accanto a lei sul divano e, più che imbastire una conversazione, serve da schermo su cui lei proietta le immagini del suo mondo allucinatorio.
Ma questo gioco di inversione dei ruoli (Sá Caetana, visibilmente infastidita, deve servire il tè al domestico ora che veste i panni di un bianco di classe sociale elevata) diventa pericoloso, via via che prefigura la grande sovversione ormai prossima: la sconfitta dei portoghesi e la proclamazione dell’indipendenza del Mozambico.
Mentre le due sorelle si rinchiudono in una vita sempre più ripetitiva e ristretta, Vicente scopre la città, le donne, annusa nell’aria il cambiamento. Finché, morta Sá Amélia, dichiarata l’indipendenza del Paese, Sá Caetana si decide a lasciare il Mozambico dov’è nata e vissuta per raggiungere un Portogallo lontano e sconosciuto, il paese del padre, il paese dei coloni scacciati.
Ed è proprio nel momento dell’addio, nel passaggio delle consegne tra il vecchio ordine di un impero anacronistico difeso fino allo stremo e il giovane paese orgoglioso della libertà conquistata al prezzo di tanto sangue, che qualcosa finalmente si scioglie. Spazzati via i ruoli che sembravano fissati per sempre, la ex-padrona e l’ex-domestico possono scoprire il semplice e autentico sentimento che li unisce, l’affetto di una familiarità cresciuta nelle lunghe giornate ritualizzate, finalmente libero di esprimersi.

Joatilde;o Paulo Borges Coelho è nato a Porto nel 1955, da padre portoghese e madre mozambicana. Ancora bambino, si è trasferito con i genitori in Mozambico, dove ha poi sempre vissuto. Storico di formazione, insegna Storia Contemporanea all’Università Eduardo Mondlane di Maputo. Tra le sue opere, As duas sombras do rio (2003), Crónica da Rua 513.2 (2006). Con As visitas do Dr. Valdez ha vinto il premio Craveirinha (miglior libro pubblicato in Mozambico nel 2004). Con il romanzo O olho de Hertzog (2009) ha vinto recentemente il prestigioso e ricchissimo (100.000 euro) premio Leya, attribuito ogni anno a Lisbona a un’opera scritta in lingua portoghese.

 

 

Lingua originale:Portoghese

Sito casa editrice: www.editorial-caminho.pt/

Vincenzo Barca: vincenzo.barca@fastwebnet.it