Lista dei libri · Vetrina

Tom Lanoye, Sprakeloos [Senza Parole], Amsterdam, 2009.

Sprakeloos, “senza parole”, vuole essere il racconto della vita e soprattutto del calvario della madre del narratore, colpita da ictus. Donna di saldi valori borghesi, moglie di macellaio, madre di cinque figli, punto di riferimento (e terrore) del clan familiare e di chiunque potesse aver bisogno di lei, ma anche attrice amatoriale di prima classe, regina della parola declamata, nella vita come sulla scena. Come tentare di rendere tutta questa ricchezza umana, senza far torto a lei e chi l’ha conosciuta, senza tradirne l’inesauribile varietà e verità? Il narratore ci rende partecipi della propria lotta, durata anni, per ritardare l’urgenza di questo racconto: necessario per elaborare il lutto e rendere onore alla memoria della madre (e insieme del padre, che formava con lei un’unità inscindibile), alla propria infanzia, ai ricordi di un mondo fiammingo di provincia e di un’epoca ormai tramontati, ma impossibile da scrivere. Alla fine l’opera non può essere che un ibrido di generi e stili, una summa di opposti apparentemente inconciliabili: romanzo e non romanzo, capolavoro letterario e antiletteratura. Tutto questo al tempo stesso. Sprakeloos affastella aneddoti su aneddoti, che si generano l’un l’altro per associazioni libere intorno al nucleo della figura inafferrabile della madre e del rapporto tra lei e il mondo, e soprattutto tra lei e il figlio-narratore, ultimogenito. Tra una divagazione e una parentesi, un flashback e un piccolo saggio, emergono a poco a poco gli episodi che più hanno segnato questo rapporto tra una madre-dittatrice e un figlio prima sottomesso, poi, quasi suo malgrado, ribelle alla legge della madre: la scelta di diventare scrittore e l’accettazione della propria omosessualità. In un impasto di stile aulico e colloquiale, di lingua letteraria e varietà dialettali, Sprakeloos ricostruisce nella lingua quella madre che dalla parola traeva potere e splendore, e di quella parola era stata privata dall’afasia seguita all’ictus. Un monumento di amore e sincerità, salutato dal pubblico e dalla critica fiamminga e olandese come un assoluto capolavoro.

Lingua originale: Olandese
Sito casa editrice: http://uitgeverijprometheus.nl/ 
Marco Prandoni: marprand@hotmail.com

 

L'autore

Marco Prandoni
Marco Prandoni (Padova 1978) è ricercatore di lingua e cultura neerlandese all’Università di Bologna. È interessato alle dinamiche interculturali nella Repubblica delle Province Unite del Seicento (soprattutto sulle scene teatrali) e nella letteratura contemporanea. Dal 2009 è presidente del gruppo di studio Giovani Europei – associazione culturale “nube”. Ha pubblicato il libro Se fossi in te andrei in Olanda. Letteratura della migrazione nei Paesi Bassi contemporanei (I libri di Emil, Bologna 2015).