Sabato 25 maggio, presso TRAleVOLTE, è stato messo in scena e in voce il trialogo di Gianmaria Nerli I tre pirati: regia di Giulia Randazzo; voci e corpi d’attore di Matteo Francomano, Francesco Laruffa, Alma Poli.
In questa installazione, come se fossero un miraggio, o come se incarnassero i più antichi e oscuri desideri da golem, le sculture realizzate da Enrico Pulsoni con carta, papier-mâché e fil di ferro prendono la parola come vere statue parlanti. Ogni scultura è una voce, scritta da Gianmaria Nerli e sonorizzata da Stefano Sasso, ogni voce un personaggio, che mette in scena la propria ossessione, in cui dà sfogo a litanie ora di scacco ora di riscatto, e contribuisce a creare un percorso narrativo, dove, camminando da una statua all’altra, si fluttua tra un sentimento di esaurimento e uno d’attesa. Sono voci di pirati, oltre che di spettri, che si insinuano tra le viscere della nostra sensibilità di contemporanei, ed evocano mancate eredità del passato, ma anche sussurri e profezie che sfiorano il futuro opaco dei nostri tempi. Voci che, vagheggiando slanci ora verso il passato ora verso il futuro, chiedono: chi siamo noi? siamo sogni di spettri o senza saperlo siamo diventati spettri senza sogni?
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