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La Ghironda, un meraviglioso strumento! Agnese Lieggi intervista Germán Díaz

entrevista en español

La ghironda è uno strumento a corda ma anche a manovella, ha tanti anni quanti nomi. In spagnolo è “zanfona”, “zanfoña”o “zanfonía”. Germán Díaz è compositore e interprete di questo strumento musicale, la sua tecnica è fondamentalmente esplorazione e sperimentazione di suoni che raggiungono quasi sonorità di elettronica moderna. Si esprime con lo strumento con puro istinto, possiede una capacità fluida e straordinaria nel rivelare la sua visione musicale. Fra i suoi principali dischi, Suéter de Claudia, Pi (o sea. Pi), Músicas populares de la guerra, Método Cardiofónico (un progetto musicale di grande intuizione poetica, che utilizza come base ritmica delle canzoni i battiti del cuore che il dottor Iriarte, cardiologo basco, negli anni 40 registrò affinché i suoi alunni potessero riconoscere le cardiopatie dei suoi pazienti malati) e il Cancionero Gallego. Collabora con molti artisti: Guadi Galego, María Salgado, Pedro e Pablo Pascual, Joaquín Díaz, Baldo Martínez. Ha composto colonne sonore per cortometraggi, opere teatrali e documentari, come per esempio la colonna sonora del film Dhogs de Andrés Goteira, vincitore nel 2019 di ben 13 premi del XVI Premios Mestre Mateo. Scopriamo meglio la carriera artistica di Germán Díaz, proprio assieme a lui.

Come nasce la tua passione per la musica?

Provengo da una famiglia legata alla musica; le mie due nonne erano pianiste e mio zio Joaquín Díaz è un noto musicista e folklorista.
Immagino che la formazione ricevuta durante l’infanzia, in forma del tutto naturale, abbia portato a interessarmi alla musica e a svegliare la mia curiosità. Anche i miei due fratelli sono musicisti e tutti e tre abbiamo studiato uno strumento, quindi suppongo che possa essere una passione alimentata dall’educazione dei miei genitori.

Da quanti anni studi e suoni la ghironda?

Non lo ricordo, suppongo da circa 25 anni, anche se inizialmente si trattava di una semplice curiosità verso lo strumento… All’epoca studiavo chitarra classica, ma la ghironda mi colpì probabilmente a causa del suo suono ipnotico e alla particolare fisionomia dello strumento, cosa che accade ai bambini che attualmente mi vedono suonare.

Si dice che “la musica medievale sia la madre della musica” come sopravvive attualmente?

Beh, non sono un esperto di musica medioevale, ho collaborato con qualche formazione musicale, ma è un repertorio che non conosco. Senza dubbi, c’è stato un boom nel recupero e nell’interpretazione delle musiche storiche, che ha portato un conseguente studio, ad un rigore eccezionale e ad un interesse verso tutto questo patrimonio immateriale che ci aiuta a capire un po’ di più la storia e la mentalità degli antichi.

“E o que teñen que faguer todos aquiles que arelen ser músicos galegos, é s’introducir na i-alma da nosa música popular (…) para atenguir as íntimas esencias do lirismo galego e con eles construir unha música universal». Si tratta di una parte del Discorso sulla musica popolare galiziana, pronunciato dal compositore Jesús Bal y Gay nel 1930. Queste parole sono scritte all’interno della copertina del tuo disco Cancionero Gallego, realizzato assieme a Oh Trío… che significato ha per te questo progetto?

Il disco sul Cancionero Gallego, è un lavoro che ho realizzato assieme ad Antonio Bravo e Diego Martín, in cui abbiamo interpretato melodie popolari contenute in questo libro di Torner y Bal y Gay. L’intenzione era creare una sonorità particolare, propria, basata sulle melodie ma senza intenzione folklorica. Abbiamo suonato tutte le melodie che possiede il cancionero e abbiamo scelto quelle che più ci interessavano per questo progetto specifico. Inoltre, è strettamente legato alle parole citate all’interno dalla tua domanda, ovvero creare una musica universale a partire da quella regionale.

Hai suonato in diversi progetti di musica popolare galiziana, come si fonde la ghironda con la canzone popolare galiziana?

Da circa 20 anni vivo in Galizia e fortunatamente suono con molta gente di qui che mi ha adottato con generosità e molto affetto. Se attualmente esiste gente come me che suona la ghironda, ha certamente un forte legame con la Galizia, in particolare con Lugo e con Antonio Fernández e Faustino Santalices. Loro sono riusciti a rivitalizzare lo strumento, a ritornare a fabbricarlo e a studiarlo a partire da modelli più antichi, ricercati e restaurati da Santalices. Antonio Fernández è stato il mecenate che ha finanziato questo progetto e lo ha promosso,  Santalices è stata la mente che ha restaurato, recuperato e fabbricato nuovamente lo strumento.

In Galizia, e in generale nel nord della penisola, la ghironda è stata custodita dalle mani di ciechi cantori che andavano di villaggio in villaggio cantando romances* e  utilizzavano la ghironda come strumento per accompagnare la voce, quindi è stato uno strumento strettamente legato a questa cultura. Non per niente, ci sono stati gruppi come i “Fuxan os ventos” o “Milladoiro” che hanno iniziato ad utilizzarlo di nuovo nelle loro registrazioni.

Sceglieresti la ghironda più per la musica tradizionale o contemporanea?

Credo sia uno strumento tremendamente versatile ed è incredibilmente legato alla musica contemporanea, ma che affonda le sue origini nel Medioevo… a riguardo, penso sia uno strumento che può apportare sonorità a questi due mondi apparentemente antagonisti.

Germán, come vivi questo momento tanto assurdo e surreale?

Già con una certa stanchezza, anche perché è diventato un periodo molto lungo, e percepisco una certa incertezza rispetto ciò che accadrà in futuro al settore artistico e culturale, alla vita in generale. Però, mi incuriosisce vedere come reagisce il genere umano di fronte ad una situazione così unica. Naturalmente ho molta prudenza e molto rispetto per le norme.

agneselieggi@libero.it

L'autore

Agnese Lieggi
Agnese Lieggi
Agnese Lieggi, specialista di lingua spagnola e portoghese, dal 2005 è traduttrice freelance.

Autrice in italiano e spagnolo, collabora con diverse riviste (italiane e spagnole), dove pubblica recensioni, interviste, relative principalmente a nuove uscite editoriali: libri, musica, danza, teatro e arti visive. Da novembre 2014 ha scritto e condotto il programma radiofonico ¡Bari Vale!, in onda ogni domenica dalle ore 21.00 sulle frequenze di Radio Bari (FM 88.8), dedicato esclusivamente alla diffusione della cultura spagnola. Modera e conduce eventi nell’ambito della cultura ispanica.

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