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«Dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte». Pound lettore di Dante

«Dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte». Pound lettore di Dante, a cura di Roberta Capelli e Alice Ducati, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2021.

È un paradosso soltanto apparente che uno dei grandi autori del Modernismo quale Ezra Pound abbia fatto risuonare e rivivere nei suoi versi la voce dei poeti del passato, tra cui in particolare Dante, e vada perciò annoverato anche tra i massimi esponenti del Medievalismo. Appassionato studente di letteratura medievale, Pound ne è stato per qualche tempo anche insegnante, ma soprattutto ha continuato ad amarla per tutta la vita, professandola con le parole del poeta, secondo la vocazione di un genio e di un magistero artistico capace di rendere nuova la tradizione dei cosiddetti “secoli bui” e di ritrovarne il “dettaglio luminoso”. Nei corsi e ricorsi storici i nani sulle spalle dei giganti del noto detto medievale diventano a loro volta giganti nella modernità: così Dante grazie a Virgilio e ai trovatori provenzali, così Pound grazie agli stessi trovatori e a Dante. I contributi di affermati specialisti e di giovani ricercatori raccolti in questo volume fanno nuova luce sulla presenza del Fiorentino nell’opera dell’Americano e confermano nel tempo l’epiteto dantesco di miglior fabbro attribuito a Pound da Thomas Stearns Eliot.

Indice e introduzione

 

Questo volume apre la collana «Medievalismi. Studi storico-letterari, filologici e culturali», fondata da Roberta Capelli e diretta insieme a Massimo Bacigalupo, Corrado Bologna, Fulvio Ferrari, Monica Longobardi, Francesca Roversi Monaco. La Collana è dedicata allo studio interdisciplinare e trasversale della fortuna del Medioevo nei secoli successivi, fino all’epoca contemporanea. Accoglie opere scientifiche di taglio monografico redatte in lingua italiana, inglese, francese, spagnola e tedesca, dedicate agli aspetti, alle personalità e alle opere che rientrano o si confrontano con le forme del medievalismo moderno e contemporaneo.