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Un’altra letteratura: Le vie dorate di Johnny L. Bertolio

Nell’ambito degli strumenti didattici volti all’apprendimento e allo studio della lingua e della letteratura italiana è di recente pubblicazione un interessante volume a cura di Johnny L. Bertolio, Le vie dorate. Un’altra letteratura italiana: da san Francesco a Igiaba Scego, per la Loescher Editore. Il testo, destinato a studenti internazionali di italiano (LS e L2), rappresenta un lavoro innovativo nell’approccio alla didattica e alla materia letteraria, in linea con le esigenze dei corsi universitari, e non solo, e in un’ottica sempre più attenta ai cambiamenti della nostra società.
Un percorso storico-critico all’interno della letteratura italiana veicola l’approfondimento delle strutture grammaticali e morfosintattiche, offrendo gli strumenti per la scrittura saggistico- argomentativa e di arricchimento contenutistico-lessicale: in prospettiva diacronica la dialettica tra passato e presente si pone all’insegna delle dinamiche linguistiche, didattiche, interdisciplinari di un mondo in trasformazione. La versatilità delle metodologie proposte (dalla lettura individuale alle moderne modalità di insegnamento sincrono/asincrono, dalla scrittura creativa all’uso integrato di contenuti digitali) definisce il giusto equilibrio fra tradizione e innovazione. L’esigenza di interpretare e dare voce alla contemporaneità costituisce un’operazione capace di valorizzare la dimensione umana, sociale e comunitaria della letteratura italiana all’interno di un percorso mirato, come risorsa linguistica e culturale, per una sfida alla comprensione di sé e del mondo. 

Un’altra letteratura: a chi è destinato questo manuale?

Il volume si presenta come un agile manuale per studenti giovani e adulti che si vogliano avvicinare alla letteratura italiana da un punto di vista originale, dopo aver già gettato le basi della lingua. Abbiamo scelto testi brevi ed efficaci sia per i brani letterari sia per le presentazioni. Le biografie in particolare sono costruite per immagini, con una frase al presente a immortalare il fatto storico rilevante. 

Com’è strutturato il volume e che cosa si intende per “vie dorate”?

“Le vie dorate”, da A Silvia di Leopardi, rappresentano qui un viaggio nella letteratura che tocca i secoli ma anche i luoghi, le vite e le opere, senza dimenticare i nuclei tematici dei testi. Oltre a un utilizzo verticale, infatti, il manuale si presta a un utilizzo orizzontale, intorno a sette temi che tagliano trasversalmente tutte le opere antologizzate: l’ambiente, il sacro, il genere, i legami con arte, musica e teatro, la guerra e la politica, la fantasia, le migrazioni. 

All’iter letterario si abbina un percorso geostorico, con un approfondimento specifico relativo alla “città”, quale luogo originario e che ha già in sé quei caratteri che saranno determinanti nell’elaborazione di una particolare poetica.

All’interno del percorso cronologico dal Duecento a oggi abbiamo messo in evidenza cinque città simbolo della relativa epoca: Firenze per il Medioevo e l’Umanesimo, Venezia per il Rinascimento, Roma per il Barocco e il Settecento, Milano per l’Ottocento, Napoli per il Novecento e la contemporaneità. Come ci hanno insegnato i curatori dell’Atlante della letteratura italiana, è nelle città che avvengono i grandi scambi culturali e intellettuali, fondamentali per la scrittura. 

Lev Vygotskij ha sottolineato come «l’interazione tra l’uomo e l’ambiente si realizza sempre attraverso gli strumenti». Come si abbinano innovazione e tradizione all’interno del volume? Quale ruolo svolgono i social networks nella definizione di grafica e contenuti, e quanto spazio hanno gli approfondimenti digitali e gli ambienti virtuali nel favorire un approccio metodologico più immediato ed efficace?

Nella pratica didattica da anni ci accorgiamo che gli strumenti consueti non funzionano più. Nei manuali, le tante note, le parafrasi, le lunghe analisi testuali, per quanto affascinanti, rischiano di essere trascurate o addirittura di soffocare il testo, che invece dovrebbe essere centrale. Mi piace dire che, specialmente con gli studenti non madrelingua, è preferibile una comprensione del 60% del testo originale a una del 90% di un riassunto annacquato. Con loro, peraltro, la lettura degli apparati richiede uno sforzo doppio anziché dimezzato. Per questo il nostro progetto grafico, curato da Giulia Maria Giuliani, presenta i vari momenti delle “vie” con un linguaggio da social, accattivante e preciso insieme: ogni autore o autrice ha un’immagine profilo (i disegni sono di Marta Signori), i contatti seguiti, amati e bloccati, il gruppo di appartenenza. C’è poi un meme con un’immagine spiegata e una citazione a effetto e, per gli autori o le autrici più discusse, la scheda Il troll (come Leopardi pessimista?), che ripropone etichette critiche dure a morire. Nel cuore di ogni Unità palpita a mo’ di post un brano letterario, con didascalie colorate per spiegare i passi più ardui oppure più rilevanti.

Tasso (disegno di Marta Signori)
Tasso (disegno di Marta Signori)

Si è più volte detto che la scrittura e la lettura determinano il pensiero analitico. Internet e le nuove tecnologie, promuovendo uno sviluppo del pensiero associativo, possono rappresentare un valido ausilio nel processo di apprendimento di una lingua L2 e LS?

I cosiddetti nativi digitali (che in realtà da soli sanno a malapena usare i social networks) vanno aiutati a sfruttare tutte le risorse informatiche, non solo della Rete: il loro cervello è abituato a leggere e pensare per associazioni, verbali, auditive o visive che siano. Imporre strumenti da libro Cuore non solo è inutile ma persino controproducente. Bisogna guardare anche nella didattica alla “verità effettuale” di Machiavelli, trasformando ciò che sembra un ostacolo in una risorsa. L’insegnamento dell’italiano come L2/LS è in questo senso all’avanguardia rispetto a quanto accade nelle scuole superiori; dovremmo anzi sfruttare i grandi successi ottenuti nel settore (per esempio gli esercizi di prelettura e consolidamento lessicale per immagini) anche con i madrelingua. Come si può pretendere che uno studente abituato a leggere parole o post di due righe capisca un sonetto di Ugo Foscolo a prima vista, senza una contestualizzazione linguistica oltre che storica? Già don Milani si era ribellato a un sistema che finiva per privilegiare chi già sapeva, penalizzando gli altri, che restavano sempre più indietro.  

Oggi lo studio di una lingua è sempre più collegato all’utilizzo delle tecnologie digitali, tanto che è sempre più diffuso il MALL (mobile-assisted language learning), un tipo di apprendimento derivato dal CALL (computer-assisted language learning), che consiste nello scaricare delle applicazioni specifiche su devices mobili, per imparare una L2. Crede che questo tipo di approccio sia valido o ritiene che l’apprendimento di una lingua necessiti di ulteriori approfondimenti e approcci metodologici?

Le varie applicazioni offrono un utile strumento e in questi tempi di pandemia persino una compagnia per le prime fasi dell’apprendimento linguistico oppure per rafforzare il livello raggiunto. Arrivati a un certo punto, però, è fondamentale il confronto con un madrelingua, magari in una classe multietnica, e poi un soggiorno nel Paese di cui si sta studiando la lingua. Pensiamo a come viene insegnato l’inglese in Italia: quanti studenti sono in grado di destreggiarsi in un supermercato di Londra con le sole conoscenze apprese in classe, dove si studiano la storia letteraria e i nomi dei tempi verbali ma non come si dice “scontrino”, “farina” o “barbabietola”? Questo non significa che non si debba leggere Shakespeare, ma piegare i suoi testi anche a esigenze comunicative; nelle Vie dorate ad esempio un brano del Fu Mattia Pascal diventa occasione per ripassare il modo di dire l’ora e l’indirizzo.

Una curiosità. Lei ha conseguito il PhD (equivalente a un Dottorato di ricerca italiano) presso l’università di Toronto, dove ha maturato una variegata esperienza nella didattica dell’italiano. Quale percezione hanno gli studenti internazionali della lingua italiana? Quale aspetto li attira maggiormente o incuriosisce? Quali difficoltà incontrano?

Il bello di una università (e di una città) come quella di Toronto è di avere uno scambio quotidiano con persone di culture sempre diverse. Sono molti i discendenti di famiglie italiane immigrate nel secondo dopoguerra, ma per loro l’italiano è il dialetto parlato dai nonni (e magari neanche più in Italia) e all’inizio restano straniti. Altri studenti, per esempio di origine asiatica, sono affascinati dalla moda e dal design italiano e grazie a un’attitudine allo studio rigorosissima apprendono più facilmente la morfologia. Insomma, bisogna saper affrontare con spirito critico i luoghi comuni sull’Italia, positivi o negativi, e allo stesso tempo non far patire troppo con le regole grammaticali, che ci fanno dimenticare che l’italiano è una lingua viva, vivissima! Anche per questo Le vie dorate cercano di rispondere alle molteplici e talvolta contraddittorie esigenze dei corsi d’italiano.

laura.dangelo86@gmail.com

 

 

L'autore

Laura D'Angelo

Laura D’Angelo è scrittrice e poetessa. Dopo la laurea con lode in Lettere classiche e Filologia classica, consegue un Dottorato di ricerca in Studi Umanistici. Docente di materie letterarie, pubblica articoli accademici su riviste scientifiche e saggi in volumi collettanei, approfondendo lo studio della letteratura e della poesia contemporanea. Giurata in diversi Premi nazionali di poesia e narrativa, partecipa a convegni internazionali e svolge attività di critica letteraria, curando presentazioni di libri e interviste. Ha scritto per diverse testate giornalistiche ed è autrice di riviste culturali e letterarie. Tra i suoi testi scientifici: Dante o dell’umana fragilità, in «Sinestesieonline», a. X, n. 32, 2020; L’Isottèo di Gabriele D’Annunzio e la poetica della modernità, in Un’operosa stagione. Studi offerti a Gianni Oliva, Carabba, Lanciano, 2018; Gabriele D’Annunzio e le case della memoria, in Memories &Reminiscences; Ricordi, lettere, diari e memorialistica dai Rossetti al Decadentismo europeo, Atti del Convegno Internazionale di Studi, Chieti-Vasto, 20-21 novembre, 2019, in «Studi medievali e moderni», a. XXIV – n. 1/2020; Music and Soul: Gabriele D’Annunzio and his Abruzzo Homeland, in Bridges Across Cultures, Proceedings, Vasto, 2017; Dante tra web e social network, in «Studi medievali e moderni», a. XXV – n. 1-2/2021; L’etica dell’acqua, in «Gradiva», International Journal of Italian Poetry, n.62/2022,  ed. Olschki, Firenze; La “Prima antologia di poeti dialettali molisani” di Emilio Ambrogio Paterno, in «Letteratura e dialetti», vol. 16, 2023; Da “Cuore” a L’appello” per una scuola dell’inclusione, in «Nuova Secondaria Ricerca», n.8, aprile 2023. Ha pubblicato inoltre il volume di prose poetiche Sua maestà di un amore (Scatole Parlanti, 2021), semifinalista al Concorso di Poesia “Paolo Prestigiacomo” e il volume Poesia dell’assenza (Il Convivio editore, 2023). Sta recentemente approfondendo lo studio della poesia e della letteratura molisana.