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Inclusione senza depauperamento: un monito dalla linguistica

Perché parlare di un libro scritto in inglese ad un Festival della Lingua Italiana (Biblioteca delle Oblate, Firenze, 1 Aprile 2023)? Perché l’autore, italiano, italofono, linguista della lingua italiana, nonché organizzatore del Festival, ha scelto di scrivere in inglese per pubblicare con una casa editrice accademica internazionale, la Peter Lang, che proprio con questo libro… Continue reading Inclusione senza depauperamento: un monito dalla linguistica

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La scienza medica e il parto in Céline e Zweig

  La medicina, dopo tutto, non ha che una piccola scintilla possibile (Céline) Io non sono solo un medico Non ero che un medico (Zweig) Dopo Carlo Levi e Axel Munthe, intellettuali corretti dalla scienza, la follia in Cechov e nella narrativa italiana recente, il medico di campagna in Bulgakov e Kafka, giungiamo a un’altra… Continue reading La scienza medica e il parto in Céline e Zweig

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Il medico di campagna: Kafka e Bulgakov

Comunque sia la medicina è una scienza incerta, questo va detto. Michail Bulgakov, Morfina, 1927  Si potrebbe andare, senza distinzione, «Dai medici-scrittori agli scrittori che parlano di medicina» (cito lo storico della lingua italiana, Luca Serianni, che nel 2005 ha dedicato un libro al lessico medico nella letteratura italiana, Un treno di sintomi. I medici… Continue reading Il medico di campagna: Kafka e Bulgakov

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A proposito di “C’era una volta la città dei matti”. Ilaria de Seta intervista Marco Turco

A complemento del mio recente articolo su Il folle dettaglio e la società sistema. Nell’Ottocento russo di Cechov e nella narrativa italiana post-Basaglia, propongo adesso un’intervista a Marco Turco, regista di un film per la RAI dedicato a Franco Basaglia e in particolare all’apertura dei manicomi di Gorizia e Trieste. Il film ha il formato… Continue reading A proposito di “C’era una volta la città dei matti”. Ilaria de Seta intervista Marco Turco