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L’Archivio Segreto Vaticano. Un viaggio tra il fascino del mito e la realtà. Mario Coffa intervista Luca Carboni

L’Archivio Segreto Vaticano porta nel suo nome tre parole che, prese singolarmente, vengono circondate da un alone di mistero: l’archivio come diceva il maestro dell’archivistica italiana Eugenio Casanova è quella cosa che nessuno sa veramente a cosa serva: «Rari sono in Italia e altrove, coloro i quali sappiano che cosa sia un archivio; rarissimi, coloro i quali discernano a che veramente serva»; segreto è la parola che più ha creato l’alone di mistero, ma in realtà è la testimonianza dell’epoca storica in cui l’archivio nacque, il Seicento, in cui l’archivio non era considerato pubblico, a servizio dei cittadini o della storia, ma instrumentum regni, archivio del principe, arsenal de l’autorité, da qui segreto con il significato di privato (ma nella stessa epoca abbiamo anche l’archivio segreto dei Gonzaga e quello degli Este, oggi a Mantova e Modena); infine la parola Vaticano da sempre visto come luogo che nasconde chissà quale misteri.