Interventi

Paolino Pocatesta e la Bella Franceschina

Il lungo e celeberrimo episodio dell’incontro, nel secondo cerchio dell’Inferno, dove scontano la loro pena i lussuriosi («peccator carnali», v. 38), tra Dante e due di questi dannati, Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, che impegna l’intera seconda metà del canto V 73-142, nell’albo L’Inferno di Topolino, del 1949-50, non era stato inserito. Eppure, l’episodio di Paolo e Francesca è tra quelli più noti, e ri-scritti, di tutta la Divina Commedia, ancora oggi, nella pittura, nei romanzi, nelle canzoni. Niente. Gli autori ritennero di non includerlo. Solo nel 1980, sul n. 1261 di «Topolino», verrà pubblicata, infatti, la breve storia di Paolino Pocatesta e la Bella Franceschina, utilizzando i personaggi Disney di Paperino e di Paperina (nel ruolo di eterni fidanzati), per interpretare, rispettivamente, Paolo e Francesca. Invece, Gianciotto Malatesta verrà interpretato da zio Paperone, e Dante Alighieri da Archimede Pitagorico.
Lo sceneggiatore della storia, anche in questo caso, è Guido Martina (lo stesso dell’albo sull’Inferno di Topolino, degli anni 1949-1950), tra gli autori più importanti della sezione italiana della Walt Disney, e iniziatore della fortunata serie delle parodie letterarie, che dura tutt’oggi. Per l’albo di Paolino Pocatesta, i disegni sono di Giovan Battista Carpi. Nell’edizione del 1949, Topolino (nei panni di Dante) e Pippo (in quelli di Virgilio), giunti nel secondo cerchio infernale, si limitavano a osservare Minosse, che, ovviamente, esaminava le anime dei dannati, per stabilirne la destinazione definitiva; dopodiché, i due viandanti passavano subito al cerchio successivo, il terzo, quello dei golosi. Veniva fatto solo un minimo cenno alla «bufera infernal che mai non resta» (If. V, 31), nella didascalia:

Trascorsi trent’anni, tra il 1950 e il 1980, in un contesto socio-culturale italiano totalmente cambiato, la Walt Disney ritenne, evidentemente, che fosse giunto il tempo di dedicare una storia delle sue parodie letterarie alla triste vicenda dei due cognati, amanti e assassinati dal di lei marito, e fratello dell’assassino, sia pur sfumando i contorni tragici della vicenda dantesca, pensando al pubblico dei lettori giovanissimi. Il bacio, che, nel canto V di Dante, è la scintilla che trascina nel vento della passione Paolo e Francesca, segnandone la tragica fine:

questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante [vv. 135-36],

Amor condusse noi ad una morte,
Caina attende chi a vita ci spense [vv. 106-07],

in questo fumetto Disney, invece, diventa un innocente bacetto, dato sulla guancia:

che, comunque, scatena l’ira di Gianciotto (zio Paperone), il quale, scoperto il “tradimento”, con sonore pedate, caccia, dapprima, la Bella Franceschina, e poi anche suo fratello Paolino Pocatesta:

lanciandoli entrambi nel vortice del vento «infernal»:

Nel fumetto, la storia di Paolino Pocatesta e della Bella Franceschina è ambientata nel XIII secolo, pur con qualche (voluta) forzatura, come la presenza, per esempio, tra i personaggi, del bandito Passatore (con le fattezze del personaggio Disney di Bassotto), celebre brigante romagnolo dell’Ottocento:

Ma anche per la presenza, nel fumetto, delle armi da fuoco, o della stessa polenta, che il tirchio zio Paperone (alias Gianciotto Pocatesta) rifila tutti i giorni, come piatto unico, ai malcapitati ospiti della sua pensione, a Gradara, sono un’evidente forzatura cronologica:

Il matrimonio tra la Bella Franceschina da Polenta (figlia di Guido Novello da Polenta) e Paolino Pocatesta, viene celebrato con ricco banchetto, per scoprire, però, subito dopo, e con immensa delusione della sposa, che Paolino, in realtà, si è solo prestato a un rito di procura, e che quindi il vero sposo della Bella Franceschina sarà zio Paperone (Gianciotto, appunto), tirchissimo, non bello, non giovane, e pure zoppo (ciotto stava, infatti, per zoppo).

Il poeta Dante (Archimede Pitagorico), testimone diretto dei fatti (ennesima forzatura cronologica), si aggira nei pressi di Gradara, spettatore e diligente cronista dei fatti:

Anche nel fumetto, sarà proprio un libro l’oggetto che terrà uniti i due cognati («soli eravamo e sanza alcun sospetto», v. 129):

con esplicite riprese lessicali da Dante, come si può verificare facilmente dalla lettura delle didascalie e dei balloon, anche se, nel fumetto, non si tratterà di un libro d’amore, come in Dante (il libro che narrava la storia d’amore tra Lancillotto e Ginevra), ma un prosaico manualetto di economia domestica:

Come ho già scritto, l’episodio dantesco di Paolo e Francesca è stato variamente ri-scritto, e re-interpretato, nel corso dei secoli, in tutte le arti. Nel recentissimo graphic novel di Seymour Chwast, La Divina Commedia di Dante. Inferno Purgatorio Paradiso, edito in Italia nel 2019 per Quodlibet (in America nel 2010), in stile irriverente e pop, tipico dell’intera produzione di questo maestro statunitense dell’illustrazione, Dante è ritratto nelle vesti di un detective, con tanto di impermeabile, occhiali da sole, pipa, e modi piuttosto spicci. Il maestro e duca Virgilio indossa i panni dell’aiutante di polizia: baffetti, completo nero, papillon, bombetta e bastone (un Hercule Poirot ante-litteram). Beatrice sfoggia una blonda testa da urlo, stile grande Gatsby: caschetto biondo platino, rossetto e fascino da dark lady. Paolo e Francesca, travolti dal vento della loro eterna e insopprimibile passione, sono coinvolti in un caso di delitto noir, con Gianciotto che indossa la classica canottiera di certi fumetti di genere statunitensi, e che stringe in mano una immancabile lattina di birra:

I corpi dei «peccator carnali» sono ritratti nudi, ma non in maniera provocatoria (o sconcia), e sono, ovviamente, sballottolati dal vento:

Non così, invece, nel caso del (bel) fumetto A riveder le stelle, di Milo Manara (Mondadori, 1999), che ha una chiara destinazione di lettori di fascia adulta, con la gioiosa e sensuale raffigurazione del nudo, in particolare, si nota la «bella persona» di Francesca:

Francesca, con le fattezze della protagonista di molte storie di Milo Manara, qui, visita l’Inferno dantesco:

Tra citazioni visive, attingendo da illustratori classici della Divina Commedia, come Botticelli, che fu tra i primissimi a sceneggiare visivamente il poema dantesco; oppure, Doré, che, nella seconda metà dell’Ottocento, illustrò tutte e tre le cantiche dantesche, Manara, nel suo fumetto, propone una personalissima interpretazione dell’Inferno dantesco; immaginando, cioè, alla fine, che tutto non sia che un set cinematografico, finzione nella finzione:

Analoga operazione è quella che compie, nella versione manga della Divina Commedia, l’artista Go Nagai (uscita, per la prima volta, nel 1993, e ripetutamente riproposta, a livello globale), con illustrazioni che richiamano, anche in questo caso, il magistero di Doré:

 

Nell’Inferno di Marcello Toninelli (albo pubblicato nel 2004), benché i corpi dei lussuriosi siano raffigurati nudi, il tratto molto semplice, e l’intenzione parodica dell’intera operazione compiuta dall’artista, rende comunque godibile, da parte di tutte le fasce d’età, l’albo dantesco, compresi i lettori più piccoli:

Infine, nella versione Dante stickers della Divina Commedia, curata da me e da Francesca De Simone, con i disegni di Carlo Volsa, per le Edizioni del Rosone (2017), in considerazione della destinazione scolastica dell’opera, per la scuola Primaria e Secondaria di primo grado, la soluzione grafica adottata dall’illustratore è stata quella di ritrarre, sì, i corpi nudi, dei due dannati più celebri, ma con l’espediente di collocare di spalle Francesca, con sfoggio di opportuna, pudica, e lunga chioma:

 

 

 

 

L'autore

Trifone Gargano
Trifone Gargano
Trifone Gargano è professore presso l’Università degli Studi di Bari, con l’insegnamento «Lo Sport nella Letteratura» (Corso di Studio SAMS). Ha insegnato «Didattica della lingua italiana» per l’Università di Foggia, e «Storia della lingua italiana» presso l’Università di Stettino (Polonia). Docente al liceo «don Milani» di Acquaviva delle Fonti (Ba), è autore di numerose pubblicazioni e collabora con la Enciclopedia Treccani.

Con gli Editori Laterza, ha pubblicato Virtute e c@noscenza. Antologia della Commedia di Dante (2010), e il manuale di storia della letteratura italiana Costellazioni letterarie (2012). Con Progedit: La letteratur@ al tempo di Facebook (20162); Geo-Storia della lingua italiana (2016); Dante. La Commedia divina (2017); I come italiano (2017); Infinito pop (2019); Dante pop e rock (2021); La Divina Commedia, edizione integrale, con parafrasi (2021). Con le Edizioni del Rosone: La Divina Commedia di Dante stickers (2017); A scuola (non) si legge (2017); A scuola con Collodi stickers (2018); Dante & Harry Potter (2018); Avanguardie educative e Didattiche della letteratura (2019); Odio Petrarca (e anche Manzoni e tutti gli indifferenti), 2020; Raccontami Gianni Rodari (2020). Con Les Flâneurs Edizioni: L’amoroso canto. Disegni di parole e canzoni (2019). Con Cacucci, Letteratura e Sport (2021).