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Il contagio aereo fra Medioevo e attualità

«Peggio fa la malvagia aria al corpo dell’uomo che non fa il mangiare e il bere»: si esprimeva così nell’XI secolo Costantino l’Africano, uno dei principali esponenti della Scuola Medica Salernitana, immortalando in una massima un aspetto quanto mai attuale e molto spesso-ahinoi-trascurato. Il medico cartaginese aveva notato come l’inquinamento dell’aria fosse dannoso per il corpo umano, molto più che un cibo o una bevanda. Infatti, «’l mangiare si ammenda sua malizia nello istomaco, ma l’aere (che) venenosa si va diritto al chuore e al polmone», spiega Aldobrandino da Siena nel suo trattato igienico-sanitario, edito per la prima volta da Landouzy e Pépin (Landouzy-Pepin, 1911).
Il medico, che scrive il suo libellus originariamente in antico francese, cita dapprima l’auctoritas della Scuola salernitana e successivamente mostra gli effetti negativi dell’aria malvagia. Il Régime du corps si mostra difatti come la summa del sapere medico medievale e conosce dal primo momento una notevole fortuna con le traduzioni in fiorentino, latino, catalano e fiammingo.
Nel presente articolo verrà presentato il testo della versione fiorentina, che conosce almeno tre redazioni (il manoscritto più antico è stato l’oggetto dell’edizione di Baldini, 1998) ed è tramandata anche da un manoscritto non configurabile in nessuna di esse, il Laur. AD800, da cui sono tratte le parti qui citate. La riflessione sulla qualità dell’aria è il perno del cap. XIII del volgarizzamento, che ha per titolo «Come l’uomo si dèe guardare di pistolenze», ovvero il vademecum tramite cui l’uomo può tutelare la sua salute quando incombe un’epidemia di peste.

La santà del corpo, Laur. AD800, c. 47r
La santà del corpo, Laur. AD800, c. 47r

La versione fiorentina presenta il lemma apidime, che in antico francese corrisponde a ypidime, l’antenato della forma trecentesca epydimie e del francese moderno épidémie. La causa principale di un’epidemia è per Aldobrandino il «corrompimento d’aere», precetto non trascurabile per noi popolo del terzo millennio intento a combattere contro un virus, la cui elevata contagiosità è forse proprio dipesa dall’inquinamento atmosferico e dal cattivo comportamento dell’uomo nei confronti dell’ecosistema, come mostrato da diversi contributi scientifici (Fattorini-Regoli, 2020; Grigg, 2018).
Per il medico senese, le epidemie possono derivare anche da un «cambiamento della compressione dell’aria», che dipende essenzialmente da «fummi puzzolenti e velenosi che vengono da la terra e dove avrà carongna e di bestie e di uomo, sì ccome addiviene in battalgla o di(n) stangni o in paludi o in altri malvagi luoghi che corro(m)pono la natura e la sustanzia dell’aere». Come dimostrato da diversi articoli scientifici, infatti, l’inquinamento dell’aria e l’errata relazione dell’uomo nei confronti dell’ambiente e del mondo animale possono generare quello che in gergo tecnico viene denominato spillover, ovvero “salto di specie” (Quammen, 2012). Lo spopolare sempre più imperante di allevamenti intensivi e la vendita della carne di alcuni animali porterebbe così a definire focolaio un mercato cittadino, come avvenuto molto probabilmente a Wuhan con il commercio di carne di pipistrello, vettore del virus SARS-CoV-2, che avrebbe così compiuto uno spillover con la mediazione di pangolini, mammiferi classificati dal WWF come animali in via d’estinzione.
Il medico senese, che compone il suo trattato nel 1256, raccomanda anche di guardarsi dal mangiare alcuni alimenti (soprattutto carne) e consiglia d’altra parte la consumazione di antidoti come gli sciroppi composti da aceto, il vino e il bolo armeno, elemento già consigliato da Galeno.
Oltre ai consigli in materia alimentare, Aldobrandino impartisce anche precetti legati alla disinfezione dell’aria, proponendo una serie di rimedi naturali, di semplici:

e p(er)ciò, se lli avviene che ll’aria sia molto calda e molto secca e sia grande caldo, sì cconviene in cotal casa dimorare c’abbiano finestre di v(er)so settant(ri)one e che v’abbia nella casa channe pleures e che llo spazzo sia innaffiato d’acqua, o di folglie di salci, e di panpani di vingna, e di rose, e di mira, e d’aceto e sia afumata di canfora e di sandres e di cortina di panno lino o di canape molle inn acqua fredda.

CLXV

E queste sono cose che am(men)dano l’aere s’ell’è troppo calda e se ciò è cosa che l’aere sia troppo fredda e troppo umida e p(er)ciò avvengono pistolenze, de(e) l’uomo l’aiere ispurgare e seccare de fum(m)i de silaloe, d’a(m)bre, d’ince(n)so e di muse, de coste, de torache, de garofani, de laudane, de mastichi, de ginep(ri), de cip(re)sso, d’isq(ui)nate, di salvia, di galica moscata arsa e d’altre cose di buono fraore.

La lezione channe pleures è il frutto di un fraintendimento del volgarizzatore o del copista. Aldobrandino aveva scritto cantepleures, equivalente al francese moderno chantepleures, ovvero ‘canali di impluvio’.
In assenza di disinfettanti, si procede così con la medicina degli elementi naturali e l’elenco delle erbe per “l’aiere ispurgare” è davvero esaustivo. Anche l’orientamento delle finestre verso settentrione è ritenuto un fattore importante per prevenire il diffondersi di un’epidemia, il cui virus sarebbe molto più dannoso in ambienti chiusi e poco areati.
Dal momento che la medicina medievale è improntata al raggiungimento del perfetto regimen sanitatis, in cui è la prevenzione a fare la differenza in un’epoca in cui la cura delle malattie è ancora in fase di studio e ricerca, è fondamentale saper riconoscere i segni attraverso cui l’uomo può essere in grado di ischifare i danni alla propria salute.
Si legge così nel volgarizzamento noto come La santà del corpo:

Régime du corps, France, perhaps Rouen,    ca. 1440-1450, MS M.0165 fol. 34v
Régime du corps, France, perhaps Rouen, ca. 1440-1450, MS M.0165 fol. 34v

Or vi diremo de sengni come voi potrete congnoscere p(er)chè malizie ischifare; voi dovete sap(er)e che queste malizie addivengono più di settembre che inn altre istagioni dell’anno e spezialm(en)te quando voi vedete che’l vento ne porta p(er) l’aiere ispesso la chiarità delle stelle, che pare che esse partano dal cielo; e quand’elli èe anzi tempo gran piova e l’aiere sarà tutto giorno ispessa e d’acqua e che i venti in verso il mezzo die traevano assai e che l’aria sarà molto cheta che d’ella no(n) si rimuti, ma che ‘l vento in verso ‘l mezzo die tragga tutto giorno e che tutte queste siano sopra terra a grande abondanza e che sorichi e lupo e altre malvagie bestie estieno de fossati, e uccielli istrani volino per l’aere; questi sono li sengni delle pistolenze che deono avvenire.

Innanzitutto, le epidemie si manifestano con l’avvento della stagione autunnale e vengono portate e diffuse dal vento, che crea un’aria completamente ispessa soffiando soprattutto a mezzogiorno. L’aria, placandosi in un secondo momento dopo l’avvicendarsi dei venti, è carica di sostanze nocive alla salute e non riesce più a rimescolarsi. Sarà questo il momento in cui sulla terra potranno aggirarsi topi, lupi e altre belve malvagie che fuoriescono dai fossati, mentre il cielo sarà dominato da strani uccelli. L’atmosfera sinistra costituirebbe quindi il preludio delle pistolenze, foriere di paura e di morte.
È interessante poi notare che le malizie elencate dal medico senese comprendano «febbri e posteme e vaiuoli».
La medicina del Medioevo, per la cura della febbre, proponeva tale cura:

Se febbre la venisse p(er) la medicina o p(er) l’altra mala guardia, si bea del’acqua de l’orzo assai e faccia fare un bangno d’acqua tiepida per sudare, e questo è bisongno di fare se questa febbre e sie cioè una cosa, una febbre che duri un dì infino in tre, sì ccome terzana o cotidiana o altra feb(b)re.

Gli altri due termini pregnanti, ovvero postema e vaiuolo, necessitano di una sintetica scheda lessicale.

Postema (apoitume, apo(t)tume, apostume, aposteme)

Traslitterazione del greco ἀπόστημα che denota il ‘trovarsi separato’, dal momento che si tratta, come si legge nel Dizionario etimologico storico dei termini medici di Marcovecchio (Marcovecchio, 1993), di una ‘raccolta purulenta che sta separata’, da cui deriva probabilmente la voce latina abscessus. Il dizionario ci informa anche della presenza del termine nel corpus Hippocraticum; nello specifico, il padre della medicina greca lo utilizzava in riferimento ai dolori nei nefritici (Aphor. 7, 36), mentre la definizione e l’etimologia del lemma si ritrovano in Galeno:

È tempo che parliamo degli ‘apostemi’. Si chiamano così quelle affezioni in cui quelle parti del corpo, che prima si trovavano vicendevolmente a contatto, ‘si separano’.

La prima trascrizione in latino risale a Plinio, che usa spesso il termine apostema, per esempio in 26,145, dove si legge «Cum cerato ‘apostemata’ et ulcera tetra». Celso, d’altra parte, aveva utilizzato la grafia originale greca (2, I). Marcovecchio, inoltre, ci informa anche della presenza del lemma medico nella poesia italiana del XIII secolo; il riferimento è a Jacopone da Todi, che nella Lauda XLVIII, dal titolo De l’infermità e mali che frate Jacopone demandava per excesso di carità, chiedeva al Signore di ricevere «Mal de occhi e doglia de fianco e l’apostema al lato manco». La prima attestazione del termine secondo il TLIO, tuttavia, è nelle Opere volgari di Bonvesin da la Riva (XIII sec., mil.). Il termine è presente anche in Guglielmo da Saliceto, il quale utilizza le forme postema|apostema: «…postema non con marza …» (Chir. 1474, I, 6); «…infermitade da casone intrinseca, cioè apostema…» (Chir. 1491, I, cap. introd.).

Vaiolo (vaiuolo; ant. vairòlo, vaiuòllo, varòlo, varuòlo)

«Patol. Grave malattia infettiva di origine virale, contagiosa ed epidemica, caratterizzata da profonda compromissione delle condizioni generali, decorso febbrile acuto e dall’eruzione disseminata di vescicole che evolvono in pustole con esiti cicatriziali» (GDLI). La prima attestazione per il Battaglia è in Zucchero Bencivenni (cfr. Lospalluto, 1921), il più celebre volgarizzatore del Régime du corps di Aldobrandino; l’occorrenza riportata nel GDLI costituisce l’incipit del XIII capitolo de La santà del corpo.

(8-104): Chi guardare si vuole di pistolenzia, cioè a dire di malattie che avengnono per corruzione d’arie, sì co­me sono febre e aposteme, vaiuollo e altre malatie assai.

Edward Jenner mentre vaccina un bambino contro il vaiolo, dipinto del 1796
Edward Jenner mentre vaccina un bambino contro il vaiolo, dipinto del 1796

Il termine vaiolo proviene dal lat. variolus, derivativo da varius con suffisso diminutivo, che nel VI sec. diventa sostantivo nella forma femminile vaiola, a indicare la cicatrice dettata dalla malattia. L’aggettivo varius equivale a “variegato, chiazzato”, dal momento che la patologia, sconfitta finalmente dal vaccino del 1796, si manifestava con pustole disseminate lungo tutto il corpo del malato. Trattasi del primo caso di vaccinazione della storia, che vede Edward Jenner inoculare un bambino di 8 anni, James Phipps, con la linfa di una pustola del vaiolo delle vacche. Tale evento individuale si diffuse rapidamente, acquistando credibilità e portando Louis Pasteur a trasformare il caso singolo in un principio generale di prevenzione delle malattie contagiose (Tisci, 2015).

Il 27 dicembre 2020 parte in Europa la vaccinazione contro il Covid-19, a meno di un anno dall’isolamento della molecola del virus. L’augurio è che davvero quest’altra battaglia sia vinta grazie alla scienza e al suo progresso.
La questione di fondo, tuttavia, riguarda da sempre il nostro rapporto con l’ambiente e gli animali. Un ambiente sano con una buona qualità dell’aria di sicuro non eliminerà dal pianeta le patologie, ma può sicuramente evitarne alcune e abbassare di gran lunga il tasso di mortalità.
Alla fine di queste riflessioni, è spiazzante notare quanto un medico del 1200 abbia ancora tanto da dire sul nostro comportamento e sul nostro pianeta ed è ancora una volta necessario ricordare quanto la massima “prevenire è meglio che curare” è valida tanto nella Salerno medievale quanto nella New York del XXI secolo.

vito.portagnuolo1@gmail.com

 

Bibliografia:

Baldini, Rossella. 1998. La santà del corpo. Volgarizzamento del Régime du corps di Aldobrandino da Siena (a.1310) nella copia coeva di Lapo di Neri Corsini (Laur. Pl. LXXIII 47), in SLeI, XV (1998), pp. 21-300.
Landouzy, Louis- Pépin, Roger. 1911 (ristampa 1978) Le régime du corps / Alebrant (Maitre Aldebrandin de Sienne); publié par les docteurs Louis Landouzy et Roger Pépin, Genève:Slatkine reprints.
Lospalluto, Francesco. 1921. I volgarizzamenti inediti dei secoli 13. e 14. Vol. 1, Zucchero Bencivenni: parte 1. e 2., Altamura:F.lli Portoghese.
Marcovecchio, Enrico. 1993. Dizionario etimologico storico dei termini medici, Impruneta (Firenze):Festina Lente.
Tisci, Caterina. 2015. Lo scudo contro il vaiolo. Antonio Miglietta e la profilassi nel Regno di Napoli (1801-1826), Lecce:Edizioni Grifo.
Quammen, David. 2012. Spillover. L’evoluzione delle pandemie, Milano:Adelphi.

Sitografia:

https://www.rialfri.eu/rialfriWP/opere/regime-du-corps

Fattorini-regoli, Role of the chronic air pollution levels in the Covid-19 outbreak risk in Italy, «Environmental pollution», Volume 264, 2020.

DOI: https://doi.org/10.1016/j.envpol.2020.114732

Grigg, Air Pollution and Respiratory Infection: An Emerging and Troubling Association, «American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine», 198 (6), 2018, pp. 700–701.

DOI: 10.1164/rccm.201804-0614ED

Per approfondire la figura di Aldobrandino:

https://it.wikipedia.org/wiki/Aldobrandino_da_Siena (a cura di Vito Portagnuolo)

https://www.treccani.it/enciclopedia/aldobrandino-da-siena_(Dizionario-Biografico)/ (a cura di Mario Marti, DBI, Volume 2, 1960)

Strumenti:

GDLI: Grande dizionario della lingua italiana, Salvatore Battaglia, Torino:UTET, 1961-.
TLIO: Tesoro della Lingua Italiana delle Origini. Il primo dizionario storico dell’italiano antico che nasce direttamente in rete, fondato da Pietro G. Beltrami, 1997-.

L'autore

Vito Portagnuolo
Vito Portagnuolo nasce alle Idi di Marzo del 1995 a Castellana Grotte (BA). Laureato in Lettere Classiche e successivamente in Italianistica presso l’Università di Pisa, è attualmente dottorando in Italianistica e filologia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si occupa di latino medievale e umanistico e volgare fiorentino, spaziando da Dante agli storici dell’Umanesimo, dalla medicina medievale alla cultura popolare. Ha pubblicato nel 2020 due recensioni a lavori di Michele Feo per la rivista “Campi immaginabili” e ha frequentato il corso di Formazione presso l’Opera del Vocabolario Italiano, contribuendo alla redazione di due voci per il TLIO. Nel marzo del 2020, con la collaborazione dell’Università di Pisa, si è fatto promotore dell’iniziativa online “Lo giorno se n’andava…un viaggio virtuale con Dante” per la celebrazione del Dantedì. Nel tempo libero, si dedica al teatro e alla poesia, dilettandosi con la scrittura, solo se ispirata.