Lo spoglio meticoloso delle carte di un archivio può far venire alla luce preziose testimonianze inedite, che possono essere ulteriormente valorizzate individuando il contesto della loro redazione. Il ritrovamento a cui mi riferisco fa parte dell’Archivio di “Arsenale”, rivista letteraria vissuta tra il 1984 e il 1991.
La vicenda ha luogo in una casa romana nel gennaio 1989, nel corso di una cena con un invitato d’eccezione. Tra i commensali ci sono la poetessa e slavista Annalisa Alleva, lo scrittore nonché direttore di “Arsenale” Gianfranco Palmery, sua moglie, l’artista americana Nancy Watkins. L’ospite d’onore è Iosif Aleksandrovič Brodskij, fresco vincitore nel 1987 del Premio Nobel per la letteratura. A Brodskij, che aveva lavorato negli anni Cinquanta come apprendista tornitore nella fabbrica “Arsenal” di Leningrado, non poteva che suonare familiare il nome della rivista. Inizia a sfogliarla e non conoscendo l’italiano si sofferma sugli autori stranieri ivi presenti: Philip Larkin, Raymond Carver, Ted Hughes, Yves Bonnefoy, Bernard Noel e così via. Palmery gli chiede qualche suggerimento sui poeti da pubblicare nei successivi fascicoli della rivista e Brodskij inizia a redigere il proprio canone. Si tratta di una lista manoscritta di una ventina di autori di svariate nazioni – inglesi, irlandesi, americani, olandesi, polacchi -, che testimonia l’attenzione con cui Brodskij segue, anche in veste di critico letterario, la poesia di tutto il mondo. Tra gli autori citati figurano: Anthony Hecht, Derek Walcott, Les Murray, Paul Muldoon, Seamus Heaney, Tony Harrison, Douglas Dunn, Mark Strand, Tom Paulin, Michael Hoffman, Alan Jenkins, Richard Wilbur, Derek Mahon, Gjertrud Schnackenberg, Weldon Kees, Elizabeth Bishop, Louis Bogar, Theodore Roethke, Erik Nordbrandt, Martinus Nijhoff, Adam Zagajewski, Wislava Szymborska (nel caso della letteratura polacca viene anche indicato un esperto: Ronald Strom). Spiccano i nomi di Derek Walcott, Seamus Heaney e Wyslava Szymborska, autori poco noti all’epoca in Italia – anche a livello editoriale – e che vinceranno a loro volta il Premio Nobel negli anni a venire: nell’ordine 1992, 1995 e 1996.
Questa lista che purtroppo non avrà seguito a stampa per la repentina morte della rivista “Arsenale”, è ora disponibile presso il Centro manoscritti dell’Università di Pavia, insieme ad altro materiale di prim’ordine: oltre agli scritti dello stesso Palmery, si trova una ricca collezione di manoscritti, spesso con varianti autografe, di poeti (Giorgio Caproni, Carlo Betocchi, Mario Luzi, Attilio Bertolucci), narratori (Vincenzo Consolo, Laudomia Bonanni), saggisti (Sergio Quinzio, Giorgio Agamben), svariati carteggi con intellettuali (uno dei più fitti è quello con il critico letterario Luigi Baldacci), nonché prime edizioni di libri accompagnate da dediche autoriali (oltre ai già menzionati Caproni, Bertolucci e Carver, Maria Luisa Spaziani, Dario Bellezza e così via).
Mi auguro che questo Archivio possa essere presto valorizzato grazie alle ricerche degli studiosi.
L'autore
- Carlo Pulsoni è il coordinatore di Insula europea (http://www.insulaeuropea.eu/carlo-pulsoni/).
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