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Giorgia Karvunaki intervista Ghiorgos  Chronàs

Ghiorgos  Chronàs (ottobre 1948) è nato nel Pireo. Il suo esordio nel mondo letterario risale al 1973. È poeta, scrittore, autore teatrale. Ha lavorato come giornalista alla radio (1979-2014) e alla televisione (2015-2018). Circa 120 delle sue poesie sono state musicate da famosi compositori greci. Dal gennaio del 1981 dirige e pubblica la rivista Odòs Panòs e le edizioni Odòs Panos e Sigaretta. Le sue poesie sono state tradotte in varie lingue. Ha diretto dal 2009 al 2011 l’inserto culturale “Biblioteca” del quotidiano Eleftherotypia. Nel 2011 ha ricevuto in Egitto il Premio Cavafis. Nel febbraio 2013 è stato premiato dal Comune del Pireo per il suo contributo alle Lettere. Ha donato la sua biblioteca alla Fondazione Aikaterini Laskaridis della sua città natale.
Suoi testi, tradotti da Filippo Maria Pontani, sono presenti nella Antologia della Poesia greca contemporanea, edita nel 2004 da Crocetti.

Chi è Ghiorgos Chronàs e cosa vorrebbe che sapessero di lui i lettori italiani?

Penso che il verso ‘Il mio corpo nella lotta’ di Pier Paolo Pasolini riesce a descrivermi pienamente. Quando ero giovane le mie battaglie erano forti, ma da qualche anno sono calme. Lavoro da quando avevo 18 anni, appena ho finito la scuola. Amo la bellezza e la gentilezza. Cose che non possono essere insegnate.

Quali erano gli scrittori e i poeti che amava prima di iniziare a scrivere e quali ha aggiunto dopo aver iniziato?

Inizialmente ho amato gli scrittori greci che abbiamo studiato a scuola. Strada facendo ho aggiunto autori come Truman Capote, Cesare Pavese, Sandro Penna, Tennessee Williams, Dostoevskij, Cechov e molti altri.

Lei è poeta, paroliere, romanziere, drammaturgo, giornalista ed editore. Quale tipo di scrittura le piace di più?

Penso che quello che lei sostiene che io sia, provenga dalla poesia. Sono un poeta e creo tutto da zero. Dall’inafferrabile. Dall’impossibile.

Quando ha scritto la sua prima poesia e cos’è la poesia per lei?

La prima poesia l’ho scritta nel 1969, se non sbaglio. Poco dopo la fine della scuola superiore. La poesia per me è un miracolo del divenire umano, della mente, della nostra anima!

Quanto è facile o difficile essere poeta oggi giorno?

Tanto difficile quanto difficile è essere ricchi. Milionari.

 In una sua intervista relativamente recente, ha affermato di appartenere ai poeti poveri, con vocabolario ristretto. Che fa poesia con cose povere, con spazzatura. Come si distingue una buona poesia? Come sceglie i poeti pubblicati dalla sua casa editrice?

Sì, è vero. La mia arte poetica la esprimo nella mia lingua madre – il greco – con vocabolario minimo. Amo lo 0 degli antichi Greci o degli Ebrei. La buona poesia brilla. È una creatura dell’anima. Del cuore. Non è un’imitazione di poesia. Ma poesia. Amo i libri che pubblico, non credo che tutti siano sublimi. Nessuno è infallibile. Perfetto. Se non Lui, il Signore, Gesù Cristo.

Ha conosciuto e ha frequentato molte persone famose del mondo letterario e artistico. Manos Hadjidakis (compositore), Giannis Tsarouchis (pittore), Ntinos Christianopoulos (poeta). Quanto l’hanno influenzata?

Ho avuto l’opportunità di conoscere e frequentare quasi tutti i massimi esponenti del mondo culturale greco.  Ho 74 anni. Potete immaginare con chi ho potuto pranzare, cenare, di chi ho potuto innamorarmi e chi ho fatto innamorare di me. La bellezza e lo spirito sono la chiave di tutto. Per aprire porte che non si aprono facilmente. Ero bello ma anche intelligente, probabilmente. Il mio punto debole, anche adesso. Loro hanno influenzato me e io ho influenzato loro, con quello che portavo dentro di me dai quartieri del Pireo da dove provenivo.

Qual è il rapporto tra poesia e soggettività? Esiste un ego poetico ‘puro’, o il soggetto nella poesia è offerto solo attraverso i suoi frammenti residui?

Una poesia o un poeta può piacere a me ma non ad un altro! O ad altri. Non ha molta importanza. Posso vedere in una poesia cose che altri non vedono.

Molte delle sue poesie sono state musicate con grande successo. È paroliere oltre ad essere poeta. In che modo la poesia si lega alla musica?

Ho scritto i versi per più di 120 canzoni che sono state musicate da grandi compositori ed eseguite da importanti cantanti. Solo quando ho capito che stavo per distruggere la mia arte poetica, ho smesso di scrivere versi per canzoni. Basta, mi sono detto. Preferivo vendere cartoline di Madonna o dei Duran Duran piuttosto che scrivere nuove canzoni. Decisione presa nel 1988. Non sottovaluto i versi delle canzoni, ma cosi ho pensato allora. E ho smesso. Naturalmente le prime poesie erano musicate. Tuttavia…

Il suo contributo è altrettanto importante per quello che riguarda la drammaturgia contemporanea greca. La sua opera Noi ragazze di tredici o quattordici anni, tradotta in quattro lingue, compresa la lingua  italiana, era arrivata nel 2020 alla short list del premio statale greco per la traduzione. Cos’è per lei il teatro?

Il teatro per me è respiro. Ma anche morte. Negli anni ’60 e ’70 ho visto nel teatro antico di Megalopolis, in Arcadia, nel Peloponneso, terra natale dei miei genitori dove andavo d’estate, molte rappresentazioni di tragedie. E così continuo anche ora con delle cose che hanno un certo valore e onorano gli antichi poeti che hanno scritto opere teatrali, giustamente ritenute modelli immortali.

Nelle sue opere, di solito, i protagonisti sono persone vinte, appartengono a generazioni perdute, personaggi pasoliniani oserei dire. Quanto è stato influenzato da Pasolini?

Pasolini è dentro di me. Il giorno che è stato assassinato, era di domenica. Quel giorno avevo organizzato una lettura di poesie sue per una ventina di amici, a casa mia, sotto l’ombra dell’Acropoli. Il giorno dopo, quando la notizia della sua morte è arrivata in Grecia, l’ho appresa mentre ero per strada, in una delle vie principali del centro di Atene, e ho gridato disperatamente. Ho dentro di me, misteriosamente, sempre in modo metafisico, Fassbinder, Tennessee Williams. I miei personaggi perdenti sono eroi puri. Brillano nella loro oscurità. Sono i miei santi, i santi dei nostri giorni.

Qual è il valore della parola nell’era della sovrainformazione?

I poveri meritano il nostro amore? Anche se non ci leggono? È molto probabile. Non a caso si dice che “Uccide più la lingua che la spada”.

Lei è il fondatore ed editore della rivista cartacea “Odòs Panòs”, che viene pubblicata dal gennaio del 1981. Non ha ceduto alla tentazione dell’edizione elettronica. La sua scelta non influisce sulla leggibilità della rivista?

Ho sempre considerato solo la tipografia – Scripta manent -, mentre la forma elettronica è per me aria fritta . In ogni modo dal momento che abbiamo persone che ci amano e ci sostengono da 41 anni, continuiamo. Con 800 titoli in catalogo e 193 numeri della Rivista.

Conosce la poesia e la prosa contemporanea italiana? C’è un poeta o uno scrittore a cui tiene particolarmente?

Leggo e studio di tutto. L’arte italiana la amo, fa parte di me. Sono cresciuto al Pireo, ma con la mia immaginazione svolazzavo in Italia. Mi rifugiavo sempre lì per salvarmi. O per morire. Non elencherò dei nomi. Vorrei evitare una sfilata di bellezza. Di candidati. Tutti combattono per il bello. O lo contengono. Oppure lo cercano. Sto cercando di capire cosa succede non solo in Italia. Ovunque. Quello che ho imparato dalla poesia italiana degli anni ’70 lo devo a Dimitris Papadakis, che non è più in vita. Ha studiato medicina a Parma. Avevamo una corrispondenza settimanale. Ad ogni sua lettera mi traduceva poesie di vostri poeti. Di pari passo con le sue traduzioni non ho perso nessuno dei film di Visconti, di Pasolini, di Fellini…

Due poesie

L'autore

Giorgia Karvunaki
Giorgia Karvunaki è nata in Grecia, a Creta, a Canea. Ha studiato in Italia Lingua e cultura italiana per stranieri, Scienze Politiche - Indirizzo Internazionale, Insegnamento dell'italiano come LS, Sceneggiatura e in Grecia Traduzione  - Traduttologia. È membro associato e National Convener per la Grecia dal 2007 della Commissione internazionale per la storia delle istituzioni rappresentative e parlamentari (ICHRPI), Rappresentante accreditata del Nosside, Premio Internazionale di Poesia (Unesco) e Membro dell'International Theatre Institute (ITI). Vive ad Atene dove lavora come insegnate, traduttrice, promotrice culturale e ricercatrice storica. Le sue traduzioni, le sue interviste e i suoi articoli, sono stati pubblicati in riviste cartacee ed elettroniche in Grecia, in Italia e in Romania. Le sue traduzioni di opere teatrali sono state messe in scena in Grecia e in Italia. Nel 2018 è stata premiata dall'Istituto Italiano di cultura di Atene con il ‘Premio Luigi Pirandello’.

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