Auspico che i dialetti sopravvivano e si incrementi la tendenza a farli riscoprire. I giovani hanno bisogno di conoscere altre strade e altre possibilità che al nostro tempo si rifiutavano a priori. Ricordo che nell’immediato dopoguerra parlare di dialetto era riconoscere un sentimento, un essere inferiore, fuori dalla realtà, una denuncia di incultura; era sinonimo di volgarità, di povertà di spirito. Se si potesse invece recuperare il valore dei dialetti, riscoprirli e studiarli più a fondo magari aumentandone la conoscenza.