Libro Futuro

I lettori di Ebook, in Italia e nel mondo

Talvolta sul mercato ebook in Italia si scrivono inesattezze. Partiamo quindi dalle cifre, internazionali e italiane.

    1. Stati Uniti Secondo i dati diffusi recentemente dall’Associazione Editori US (AAP), dopo uno stallo nel 2013, nel 2014 l’ebook è cresciuto del 4,7% nel mercato trade (ndr trade è il mercato librario della narrativa, della saggistica e della varia, e non include i libri scolastici e professionali).
      A valore, secondo questi dati, in US nel 2014 l’ebook ha rappresentato il 22% del mercato; probabilmente anche di più includendo il self publishing, che i dati dell’AAP non misurano.

Questi sono i risultati a valore; quelli a copie sono ovviamente più alti, essendo il prezzo medio dell’ebook inferiore a quello del cartaceo. A copie l’ebook potrebbe quindi rappresentare ben oltre il 30% dei libri trade venduti, sebbene sia innegabile un rallentamento della crescita, anche alla luce di modeste innovazioni tecnologiche negli ultimi anni.

    1. Regno Unito Secondo i dati dello Statistics Yearbook 2014 dell’Associazione Editori del Regno Unito, la crescita dell’ebook nel 2014 è stata del 6,8%, e adesso vale oltre il 10% del mercato a valore per gli editori trade. Inoltre, rappresenta il 17% se non si considera solo il trade, ma anche l’accademico e professionale.
      Secondo Nielsen l’ebook conta a copie il 50% delle vendite di fiction.
        • Coloro che avevano “letto o scaricato online libri o e-book negli ultimi 3 mesi” erano 4.96 milioni;talia Come peraltro nel resto dell’Europa continentale, il mercato ebook è partito in ritardo rispetto ai mercati anglosassoni. Nel 2014, nel nostro Paese, l’ebook è cresciuto a doppia cifra, ma meno di quanto si ipotizzava, e solo nel 2015 si arriverà al 5% del mercato a valore.Di nuovo, però, a copie il mercato è molto più ampio, sia per il prezzo medio molto più basso del cartaceo, sia per la diffusione della pirateria.Non a caso, Istat nel suo rapporto sulla lettura in Italia a gennaio 2015 scriveva che:
          Circa 5 milioni di persone di 6 anni e più hanno dichiarato di avere letto o scaricato libri online o e-book negli ultimi tre mesi.Che la pirateria sia un fenomeno diffuso, implicitamente lo dimostrano gli stessi dati ISTAT:

       

        • Coloro che avevano “ordinato o comprato libri o e-book su Internet negli ultimi 12 mesi”, quindi in un periodo ben più ampio, erano solo 2,85 milioni.

       

      È vero che in rete esistono diversi ebook legalmente gratuiti (classici, racconti, etc), ma la differenza dei numeri è troppo marcata per non scorgere la diffusione della pirateria.

        • Tale diffusione toglie ossigeno all’industria culturale libraria, già provata da anni di crisi, e penalizza specialmente gli autori che non producono bestseller, e che quindi hanno entrate limitate, tanto che se dovessero ulteriormente calare non potrebbero continuare il loro lavoro;

       

        • Inoltre, la pirateria è spesso fraintesa nel suo “core business”: si pensa che il nucleo sia costituito da singoli che, avendo travisato il concetto di libera circolazione del sapere in rete, mettano a disposizione di tutti file piratati. Questi soggetti, che pure esistono, costituiscono una parte marginale della pirateria, che invece è composta principalmente da vere e proprie “organizzazioni criminali”, che lucrano in maniera parassitaria (attraverso la pubblicità e altri sistemi di remunerazione) del lavoro dell’industria culturale.

       

CHI SONO I LETTORI EBOOK

Nei paesi anglosassoni:

    • Spesso non sono utenti così esperti di tecnologia.
    • Per la maggior parte di loro la cosa più importante è il contenuto, il libro, e la tecnologia deve essere il meno invasiva possibile, stare in secondo piano. Preferiscono l’ebook per diversi vantaggi pratici (possibilità di accedere in ogni momento, da dovunque, a una biblioteca quasi infinità; comodità di portarsi un solo device mentre si viaggia, invece che diversi libri; costi più ridotti dell’ebook, etc.), più che plus tecnologici.

In Italia:

    • Come nei Paesi anglosassoni, si nota una correlazione fra lettori forti del cartaceo e lettori ebook. Spesso i lettori ebook italiani leggono entrambi i formati, preferendo l’uno o l’altro a seconda dell’utilizzo in uno specifico momento.
    • Come nei Paesi anglosassoni, si nota una correlazione fra scolarizzazione e lettura di ebook.
    • A differenza dei paesi anglosassoni in Italia, secondo i dati Istat, i lettori che maggiormente acquistano ebook percentualmente sono fra le fasce di età comprese tra i 20 e i 44 anni, mentre fra i 15 e i 24 anni c’è l’incidenza percentuale maggiore di coloro che li hanno letti o scaricati. La differenza fra i due dati è data anche qui dalla pirateria, più diffusa fra gli adolescenti. La differenza più sostanziale rispetto alle fasce di età, col mercato anglosassone, può invece essere dovuta semplicemente aere un’arretratezza tecnologica degli italiani, specie dei meno giovani.

GLI STRUMENTI DI LETTURA

Non esistono dati certi sull’utilizzo dei diversi strumenti di lettura.

Nei paesi anglosassoni, dove l’e-reader è molto diffuso da parecchi anni, si continua a leggere su e-reader, ma spesso anche su tablet, phablet, smartphone, e a volte su tutti questi device, a seconda del momento di utilizzo.

In Italia l’e-reader si è diffuso solo da pochi anni, essendo stato introdotto sul mercato dopo il tablet, e lo possiedono quasi esclusivamente i lettori forti. I lettori saltuari più probabilmente leggono su tablet, mentre recentemente si sta diffondendo la lettura anche su smartphone a largo schermo, che in altri paesi (ad esempio il Giappone) esiste da tempo. Resta ancora marginale, infine, la lettura su PC.

 

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L'autore

Alessandro Magno
Alessandro Magno
Chief Digital Marketing Officer (Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A.)