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“Librarian, traveller, optimist”. Mario Coffa intervista Christine Mackenzie (Presidente IFLA)

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 Christine Mackenzie è Presidente dell’IFLA e bibliotecaria freelance. Ha 40 anni di carriera nelle biblioteche pubbliche in Australia e ha ricoperto diversi ruoli nell’IFLA. È stata Presidente di ALIA (Australian Library and Information Association) ed è co-fondatrice del programma INELI Oceania e del Pacific Libraries Network. Ha fatto parte di comitati consultivi statali e nazionali relativi alle biblioteche e ha contribuito a organizzazioni internazionali che promuovono tecnologia e Internet. 

In qualità di Presidente IFLA hai avuto modo di conoscere diverse realtà a livello globale e appurare molte differenze di visione nel mondo delle biblioteche come in occasione del fantastico Great Public Library Tour. Quali di queste differenze (oltre alla diversità della zona geografica) ti hanno colpito di più?

Direi innanzitutto che sono di più le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono. La più importante scoperta messa in luce dal progetto di IFLA Global Vision è che siamo tutti uniti dagli stessi valori e dagli stessi obiettivi. Dovunque sia stata, ho trovato bibliotecarie volenterose, appassionate e resilienti. Nonostante ci siano ovvie differenze di risorse e fondi a disposizione, è la forma mentis del bibliotecario l’aspetto che impatta di più sui servizi e le strategie impiegate: le biblioteche ben finanziate sono innovative tanto quanto quelle che hanno poche risorse. Una delle iniziative di maggior efficacia di cui sono a conoscenza aveva luogo nel portico di una bibliotecaria di un piccolo villaggio delle Fiji, la domenica dopo la Messa. Allo stesso modo, ho visto molta innovazione ed eccellenza nelle biblioteche di Aarhus (Danimarca) e Tilburg (Paesi Bassi). Ho visto l’orgoglio della Biblioteca Nazionale di Myanmar a Naypydaw per la loro collezione di manoscritti su foglie di palma unica al mondo e l’incredibile mostra della Storia del Qatar nella loro Biblioteca Nazionale, curata magnificamente. Mi è stato riferito di sensibilizzazioni alla lettura in insediamenti e remote comunità da parte della State Library del Queensland. Ho visitato la più grande biblioteca pubblica al mondo a Guangzhou, in Cina, e la piccolissima biblioteca di Surabaya, in Indonesia, ed entrambe erano piene di gente che studiava e apprezzava i servizi offerti e le collezioni presenti.

Il tuo mandato ha attraversato credo uno dei momenti più tragici degli ultimi decenni, segnato dall’esperienza tragica del COVID. Le biblioteche già non propriamente in una situazione felice hanno subito un ulteriore duro colpo. Cosa possiamo fare nel prossimo immediato futuro per risollevarne le sorti?

Nel settembre e ottobre scorsi, l’ufficio regionale IFLA di Asia e Oceania e il Consiglio della National Library di Singapore hanno organizzato una serie di conferenze sulle biblioteche in un mondo post-COVID. I dirigenti delle biblioteche nazionali, accademiche e pubbliche della regione hanno descritto cosa stava succedendo nelle loro biblioteche, come stavano affrontando l’emergenza e cosa sarebbe accaduto dopo. Le tematiche emerse dalle conversazioni erano comuni. Stiamo lavorando insieme e condividendo informazioni, molto di più che in passato. Per esempio, c’è molto materiale pubblicato sul sito di IFLA sul modo in cui le biblioteche stanno affrontando la situazione e impostando i loro servizi durante la pandemia ed è davvero un grande punto di forza della nostra professione il sapere come condividere bene le informazioni.
La creatività e l’innovazione stanno aumentando sempre di più e il panorama delle modalità con cui con cui le bibliotecarie continuano ad erogare i servizi anche a porte chiuse è sorprendente. Le bibliotecarie stanno acquisendo nuove abilità e competenze, fornendo supporto accademico alternativo e persino incontri di lettura online. Le biblioteche scolastiche, in particolar modo, sono state impattate enormemente a seguito delle modalità di apprendimento a distanza da loro adottate. Inoltre, a causa del distanziamento sociale, le biblioteche hanno dovuto riadattare gli spazi per poter fornire i propri servizi in sicurezza. Mi sembra significativo che tutti i partecipanti alle conferenze hanno espresso serie preoccupazioni sulle risorse messe a disposizione per il futuro, data la generale crisi economica che i governi devono affrontare.
Credo che dovremmo sottolineare come le biblioteche abbiano affrontato tenacemente le sfide imposte dalla pandemia e come abbiano dimostrato di essere parte essenziale del benessere di una comunità.  Esse diventeranno sempre più importanti nel mondo post-epidemico, segnato molto probabilmente da un aumento della disoccupazione e dal lavoro online.

Il digitale è entrato prepotentemente nel lavoro dei bibliotecari anche nella vita delle persone (famiglie, insegnanti, studenti): potrebbe essere l’occasione per fare quel salto che da anni stiamo discutendo in ambito bibliotecario?

Sono d’accordo e penso che questo stia succedendo già ora. Molte sono i progetti e i servizi delle biblioteche pubbliche interamente online. Questo significa che una nuova fetta di popolazione può ora avere accesso a corsi di apprendimento e creatività e diventare parte di una comunità virtuale. All’IFLA abbiamo visto come le nostre unità professionali abbiano abbracciato il cambiamento in modo entusiastico, cimentandosi con metodologie diverse di interazione e di incontro, riunioni online e webinars: tutte modalità già in uso prima del 2020 ma che ora hanno subito una forte accelerazione. Un esempio è la nostra Governing Board, il Consiglio di Amministrazione: nel corso degli ultimi anni abbiamo dovuto ripensare le modalità di riunione, al modo in cui interagiamo e come pianifichiamo il nostro tempo: non possiamo semplicemente ricreare la riunione “fisica” su Zoom. Il nostro prossimo grande step innovativo sarà il primo IFLA World Library and Information Congress annuale interamente online. E’ un’innovazione eccitante ed è incredibile vedere come le piattaforme si stiano evolvendo per far sì che l’esperienza dei delegati sia positiva. Questa modalità permetterà inoltre la partecipazione di un maggior numero di colleghe, e un abbassamento dei costi e dei tempi solitamente necessari per i partecipanti.

Il mondo sta cambiando e con esso cambiano anche le attività che il bibliotecario deve affrontare ogni giorno in un mondo sempre più esigente e digitalizzato. Come possiamo ottimizzare al meglio l’acquisizione di una formazione continua e l’acquisizione di nuove skills? E che competenze realmente servono secondo te?

Penso all’avvento della Biblioteca 2.0, a metà degli anno 2000. I social media stavano emergendo ed Helene Blowers, una brillante bibliotecaria della biblioteca Charlotte Mecklenburg, creò un corso di apprendimento online per lo staff. Questo corso evidenziò che per lavorare nelle biblioteche c’è bisogno di formazione continua e che la formazione può essere anche divertente e stimolante. Abbiamo testato questo progetto anche da noi, alla nostra biblioteca nello stato di Victoria, e poi l’abbiamo proposto anche fuori: ora, migliaia di biblioteche in tutto il mondo hanno frequentato il nostro corso 23 Things (“23 cose”). Ciò che ho davvero apprezzato è che ha stimolato le persone a pensare diversamente la loro crescita professionale. Sono molto entusiasta della nuova IFLA Academy, che include, tra gli altri, anche un corso ormai famosissimo creato da Global Libraries della Bill & Melinda Gates Foundation: si chiama INELI (International Network of Emerging Library Innovators) e mette in luce le incredibili potenzialità della formazione online e del fare rete. La pandemia ha costretto gli addetti di biblioteca ad apprendere nuove abilità: questo favorisce la fiducia in se stessi e il successo porta altro successo.

In che modo l’IFLA può continuare a sostenere a livello globale il processo di crescita e di valorizzazione delle biblioteche?

Ci piace pensare che IFLA rappresenti  la voce globale delle biblioteche. Abbiamo due ruoli principali: primo, quello di sostenere e difendere le biblioteche ai livelli istituzionali più alti, come le Nazioni Unite, l’UNESCO e il World Intellectual Property Organisation e secondo, quello di aiutare tutto il mondo che ruota attorno alle biblioteche. Durante la pandemia abbiamo contribuito ad aiutare lo scambio di informazioni riguardo al modo in cui le biblioteche stavano affrontando le sfide e le nuove opportunità e c’è una pagina web piena di esempi e storie provenienti dalle biblioteche di tutto il mondo. In questo contesto, e in vista del futuro, la missione di IFLA Strategy, “ispirare, coinvolgere, aiutare e connettere” sembra più che mai importante. IFLA continuerà ad ispirare e guidare nella scelta di strumenti le biblioteche e le associazioni, aiutandole a cercare soluzioni alle sfide, valutare le opportunità e fornire servizi di eccellenza e advocacy efficace. Abbiamo da poco ultimato la ristrutturazione di IFLA in modo da favorire la partecipazione e la rappresentanza. Siamo ben attrezzati per supportare individualmente le bibliotecarie, le istituzioni e le associazioni di settore ed aiutarle ad essere un fronte forte ed unito nel potenziamento di una società informata, alfabetizzata e partecipativa.

E’ l’era dei social. Sulla tua pagina personale di Facebook ho letto una frase che mi è piaciuta molto: Librarian, traveller, optimist (bibliotecaria, viaggiatrice, ottimista). E’ questo il tuo segreto professionale?

Amo il mio lavoro e non riesco a pensare a nessun’altra professione che mi si addica così. Dopo essere stata bibliotecaria in una biblioteca di pubblica lettura per tutta la mia vita lavorativa, finire la mia carriera da Presidente IFLA è la cosa più bella che mi potesse capitare. Sfortunatamente, invece, la mia indole da viaggiatrice ha dovuto subire un brusco arresto! Una delle cose più belle della mia professione è avere una rete di colleghe generose e incoraggianti in tutto il mondo e ho davvero fatto tesoro  delle opportunità che ho avuto di visitare così tante biblioteche in vari paesi e condividere il meglio che il mondo delle biblioteche ha da offrire. E sì, sono anche un’ottimista. Una delle mie ex-cape aveva un detto: “le cose alla fine si sistemeranno” e nella mia scrivania avevo stampato una citazione di Goethe: “Qualsiasi cosa tu possa fare o sia convinto di poter fare, iniziala. L’azione è magia, grazia e potere”.

Rachele da grande vuole fare il bibliotecario. Cosa le consigli?

La incoraggerei di sicuro ad  inseguire la sua passione! Le direi inoltre che le biblioteche cambiano la vita delle persone e che essere bibliotecaria le porterà un mare di opportunità. Rimarrà sorpresa dalla varietà di ruoli e mansioni che potrà svolgere: potrebbe ritrovarsi a promuovere la lettura e l’alfabetizzazione ai bambini, gestire collezioni digitali, conservare il patrimonio intellettuale, mostrare agli anziani come navigare in internet, offrire servizi di ricerca…oppure diventare Presidente di IFLA! Spero che Rachele scopra che questo è davvero il più bel lavoro del mondo.

(traduzione di Marco Tognato)

mario.coffa@aib.it

L'autore

Mario Coffa
Mario Coffa
Mario Coffa archivista e bibliotecario, laureato in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Perugia (2005) e diplomato in Archivistica e Paleografia presso la Scuola di Archivistica dell’Archivio Segreto Vaticano (2010). Dal 2010 Lavora per CAeB (Cooperativa Archivistica e Bibliotecaria) presso le biblioteche dell’Università di Perugia come bibliotecario e come archivista presso l'Archivio Storico del Comune di Gubbio. Si occupa di Biblioteche Digitali e formazione in ambito di biblioteconomia digitale. Nel 2014 membro del Comitato Esecutivo Regionale dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) sezione Umbria, membro del gruppo AIB sul portfolio professionale e nel triennio 2017-2020 Presidente eletto di AIB Umbria. Dal 2020 membro dell'Osservatorio Formazione dell'Associazione Italiana Biblioteche. Autore di diversi articoli e interviste per Insula Europea sul tema degli archivi, delle biblioteche e del digital lending.

Link:

https://mariocoffa.wixsite.com/e-portfolio

http://vegajournal.academia.edu/MarioCoffa

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