Due trame narrative s’intrecciano nel romanzo, entrambe collegate a Venezia. Il giovane giornalista Daniël Schaaf vola a Venezia per riferire di uno sciopero in corso dei gondolieri. Trova l’acqua alta, una Venezia invasa da turisti come fosse un parco turistico, ma anche una città rivestita di secoli di immaginario artistico e letterario. La morte in una colluttazione di uno storico leader del sindacato dei gondolieri, da Daniël casualmente intervistato il giorno prima, proietta il giornalista sulle prime pagine dei quotidiani internazionali, nel vivo del mediashow. Una volta tornato in Olanda, Daniël accetta l’offerta di un fotografo fiammingo di pubblicare il diario tenuto a Venezia (con nomi e cognomi di tutte le persone incontrate, compresa una guida turistica olandese di cui vengono rivelati dettagli imbarazzanti) accanto a fotografie della città. Dopo qualche mese, Daniël passa dalla carta stampata alla radio, accettando di essere la voce della notte: non vuole tuttavia essere una voce rassicurante e gentile, anzi si costruisce l’immagine di uno spregiudicato, amorale commentatore che entra spesso in polemica con gli ascoltatori.
Il secondo filo narrativo riguarda Arthur Citroen, dottorando in storia dell’arte dell’università di Leida, impegnato nello studio dell’evoluzione del rapporto tra pittore e modello famminile nella cultura pittorica veneziana del Cinquecento. La crescente spregiudicatezza della figura femminile, sempre meno idealizzata, sempre più donna in carne e ossa, sensualmente ammiccante all’occhio che la guarda, da Tiziano a Tintoretto, serve ad Arthur anche come modello interpretativo del boom della pornografia in internet, in cui l’asettico set professionistico del film porno tende ad essere sostituito da set (pseudo)amatoriali in cui la donna si dà, disponibile, all’occhio della camera che la riprende. Arthur passa rapidamente dalla teoria alla pratica: una giovane e sessualmente disinibita studentessa, con cui vive una storia a Venezia, diventa “modello” di video erotici da Arthur realizzati. Il dramma comincia quando questo video inspiegabilmente viene pubblicato su un sito pornografico… C’entra forse Daniël Schaaf?
Romanzo ambizioso (secondo di Christiaan Weijts, 1976) sul ruolo della pornografia in internet nella società attuale, sul modo in cui la sessualità e la relazionalità dei giovani ne viene influenzata, sui meccanismi del mediashow assetato di vicende private gettate voyeuristicamente nella pubblicità, sulle evoluzioni dell’arte e dell’esperienza dell’arte di oggi, nel tempo del turismo di massa e della società globale.
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One thought on “Christiaan Weijts, Via Cappello 23 (Via Cappello 23), Amsterdam, Uitgeverij De Arbeiderspers, 2008”
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