A volte la letteratura è troppo umana, ma bisognerebbe provare a agire allo stesso modo della vita normale: saper festeggiare il successo degli altri e anche il proprio quando arriva, senza assegnare maggior importanza di quella che ogni successo possiede e sapendo che la scrittura è una gara sulla distanza in cui nessuna conquista varrà una volta per sempre.
Autore: Marco Paone
Marco Paone intervista Ismael Ramos
Il modo in cui internet incide sul rapporto fra lettore e autore è qualcosa che ancora sto sperimentando e che mi affascina e terrorizza allo stesso tempo. Ci sono giorni in cui sembra come se qualcuno avesse irrispettosamente varcato la porta di casa tua, e mi sembrerebbe quasi ingiusto impedirglielo; altri giorni, sei tu che pubblichi su facebook una foto del tuo letto disfatto di mattina. È complicato.
Marco Paone intervista Xesús Manuel Valcárcel
Il lascito di Dante è atemporale e universale. È così importante che ha fissato le regole di tutta la poesia occidentale. Non si possono comprendere poeti come Shakespeare, Quevedo, Verlaine, Rosalía de Castro o Noriega Varela senza tenere in considerazione i poeti che Francesco de Sanctis indica come stilnovisti...
Marco Paone intervista Xosé Luís Méndez Ferrín
Mi considero uno scrittore sicuramente europeo, ma non centrale né parte di una cultura egemonica. Esiste una letteratura europea invisibile e subalterna: quella che si esprime attraverso lingue europee emarginate e negate secolarmente dall'Occidente. Parlo di quelle letterature nascoste che si esprimono in gaelico, gallese, bretone, occitano, catalano, sardo, retoromanzo, galiziano. Proprio fra esse si trova la mia opera.
Marco Paone intervista José Manuel Lucía Megías
«Collezionare Cervantes» oggi non differisce molto da ciò che è stato collezionare Cervantes dalla metà del XIX secolo, quando nasce il cervantofilo, la persona che si dedica a tesaurizzare il maggior numero di edizioni e di altri esempi di ricezione dell'opera cervantina (incisioni, quadri, ephemera, etc.). Cervantes e la sua opera si sono diffusi ininterrottamente durante 400 anni in così tanti modi e geografie, che una collezione sulla sua ricezione significa fare una collezione sulla nostra cultura, sui nostri desideri.