Tra il 1914 e il 1917 lo scrittore comasco Carlo Linati portò a compimento l’impresa ‘eroica’ di tradurre nella nostra lingua una significativa scelta di testi di quello che è definito “teatro irlandese classico”. Abile scout letterario e critico di vaglia, fu il primo a lanciare sulla scena italiana le opere della Holy Trinity dell’Abbey Theatre di Dublino, William Butler Yeats, Isabella Augusta Gregory e John Millington Synge, creatori della moderna drammaturgia ibernica.
Linati entrò in contatto con quel mondo in fermento grazie al Maestro Franco Leoni che gli fece conoscere i lavori di Synge, esponente di punta della Irish Literary Renaissance. Fu “amore a prima vista”. In pochi anni Linati ne tradusse pressoché tutta l’opera teatrale, come pure il bellissimo diario di soggiorno sulle Isole Aran, rocce primordiali al largo della Baia di Galway. Linati non poté incontrare Synge, scomparso nel 1909 a soli 38 anni, ma conobbe di persona, facendogli visita a Londra nella tarda estate del 1913, il futuro premio nobel Yeats, animatore insieme a Lady Augusta Gregory e Synge dell’Irish National Theatre, divenuto in seguito Abbey Theatre.
Da quell’esperienza Linati trasse tre titoli capitali del suo curriculum di anglista, le Tragedie irlandesi di Yeats, le Commedie irlandesi di Lady Gregory e Il furfantello dell’Ovest e altri drammi di Synge. Lo avevano colpito, nei mondi rappresentati, le profonde affinità tra Irlanda e Lombardia, la somiglianza di paesaggi, tipi fisici e caratteri che avvicinava le due terre, già celtiche, e le rendeva «sorelle senza saperlo», come scrisse in un elzeviro, a pochi mesi dalla morte, avvenuta nel dicembre del 1949.
Il volume propone, per la prima volta insieme, tutte e dodici le pièces tradotte da Linati, annotate e commentate: testi di grande impatto, ancora capaci di scaldare il cuore di chi ama l’Isola di Smeraldo, la sua gente e le sue storie straordinarie.
Agorà & Co., Gruppo Lumières Internationales, Lugano (CH)
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