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Bibliotecari in Romania. Mario Coffa intervista Loredana Stanciu

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Interviu în română

Loredana Stanciu è una bibliotecaria e formatrice presso la “Nicolae Iorga” Prahova County Library. Impegnata in moltissimi progetti nazionali e internazionali nell’ambito delle biblioteche, ha partecipato come relatrice a numerose conferenze ed è autrice di alcuni articoli in ambito biblioteconomico.

Loredana, per iniziare ci puoi raccontare brevemente cosa ti ha spinto a diventare bibliotecaria?

 Che bei ricordi mi fa venire in mente questa domanda! Questo non era il mio piano dopo la laurea. Mi sono iscritta a un istituto tecnico per diventare ingegnere. Ho fatto parte del primo gruppo di laureati specializzati in automazione dell’Università di Ploiești. Era una novità in quel momento, perché l’Ateneo aveva avviato il processo di adeguamento delle specializzazioni alle esigenze del mercato, introducendo nel curriculum numerosi corsi di informatica. Con una tecnologia in via di sviluppo e un sistema Internet che presentava un grande potenziale, ricordo con quanta entusiasmo abbiamo imparato a usare diversi software per computer, dato che nessuno studente aveva un computer a casa. Dopo 5 anni trascorsi tra i computer, la direzione che avevo intrapreso è cambiata radicalmente quando ho ricevuto la proposta di lavorare non nel Servizio informatico di un’azienda, ma all’interno di una biblioteca. È stata una sfida per me perché non avevo conoscenze nel campo delle biblioteche. Ora, dopo 26 anni, mi rendo conto che il direttore della biblioteca in quel momento era un visionario, il progetto era di sviluppare nuovi servizi basati su strutture informatiche. Ogni giorno che passava, mi rendevo conto di essere nel posto giusto. Nel tempo ho iniziato ad approfondire questo campo, a seguito di vari perfezionamenti e di un Master presso l’Università di Bucarest, Facoltà di Lettere, che ha aperto nuovi orizzonti nel campo. Entrare nella comunità dei bibliotecari in Romania mi ha dimostrato che questo lavoro, se ti metti in gioco, può portare grandi soddisfazioni. Oggi considero le sfide di ogni giorno come fasi del mio continuo sviluppo professionale.

La professione del bibliotecario è giuridicamente riconosciuta in Romania? Quale percorso si deve seguire per diventare bibliotecario?

La Romania ha leggi che regolano il funzionamento delle biblioteche, la più importante delle quali è la legge sulle biblioteche n. 334/2002. Esistono anche due associazioni professionali, una che riunisce i bibliotecari delle biblioteche pubbliche (ANBPR) e una delle biblioteche scolastiche e universitarie (ABR). Lo stato rumeno offre libero accesso alla formazione sul campo, in tre università del Paese: Bucarest, Cluj e Sibiu. Uno studente può optare per gli studi universitari in “Scienze dell’Informazione e della Documentazione”, per una laurea magistrale, studi post-laurea o per studi di approfondimento dopo il dottorato. Per i bibliotecari ci sono altre possibilità di specializzazione, accedendo alle offerte degli ordini professionali o attraverso progetti. Alcuni corsi sono a pagamento, ma ci sono anche corsi di formazione gratuiti.

Oltre ad essere bibliotecaria sei anche una formatrice. La formazione continua e importante per la nostra professione e l’esperienza del Covid ci ha spinto ad adattarci a nuove forme e a nuovi metodi di lavoro. Cosa pensi riguardo a questo?

Il tema dell’apprendimento permanente è stato ed è affrontato a tutti i livelli decisionali, ma, ogni volta, è visto come un obiettivo secondario in Romania, poiché i decisori portano in primo piano le questioni globali attuali. Durante questo periodo, tendiamo a considerare la pandemia e la guerra in Ucraina le maggiori sfide che dobbiamo affrontare, ma se osserviamo più da vicino, possiamo vedere che l’umanità deve affrontare molti più problemi. L’apprendimento permanente è una componente necessaria e utile più che mai. È una realtà che va inserita in tutti gli ambiti. Le competenze che i giovani laureati hanno al termine della scuola non sono più sufficienti e il potenziale delle biblioteche di fornire conoscenze aggiuntive su misura per le loro esigenze è molto elevato. In Romania ci sono biblioteche che offrono costantemente corsi, workshop, webinar, ma coprono solo una piccolissima percentuale dei bisogni delle comunità. Il lockdown dovuto alla pandemia ci ha mostrato che noi bibliotecari abbiamo bisogno di imparare continuamente. Il 2020 è stato un anno difficile per le biblioteche pubbliche. Se il numero dei prestiti fisici è diminuito, è aumentato il numero dei prestiti in formato elettronico e il processo di digitalizzazione è accelerato. Quindi possiamo dire che non ci sono stati solo aspetti negativi ma anche cose buone: ha costretto l’adeguamento delle biblioteche e il cambio di direzioni di sviluppo attraverso maggiori investimenti in tecnologia. Sono state create reti di comunicazione online e molti bibliotecari si sono uniti in un continuo scambio di dati e conoscenze, che ha aiutato ad assimilare nuove informazioni. La pandemia è stato lo stimolo più intenso di sempre. Era un grande desiderio di tutti costruire qualcosa di meglio. Numerosi corsi e laboratori offerti dai bibliotecari sono disponibili gratuitamente per la costruzione di comunità, ma il mercato è in continua evoluzione. La flessibilità e l’adattabilità dei bibliotecari alle sfide richiedono un sostegno costante e in Romania non vengono stanziati fondi sufficienti. Un’opportunità per lo sviluppo professionale dei bibliotecari in Romania è rappresentata dai progetti. Personalmente, poiché mi sono candidata a molti progetti, ho avuto la possibilità di partecipare a vari corsi e workshop dopo i quali ho imparato molto. Inoltre attraverso i progetti ho potuto visitare molte biblioteche in Europa (Helsinki, Oslo, Milano, Berlino, Barcellona, ​​ecc.) e successivamente collaborare ad altri progetti con i loro bibliotecari. Questo scambio di esperienze porta un ricco bagaglio di conoscenze assimilate. La partecipazione al Congresso IFLA WLIC è un altro grande fornitore di dati e informazioni. Posso dire che consiglio a tutti i bibliotecari di avere il coraggio e di chiedere i contributi offerti dall’Unione Europea o nazionali, perché ogni esperienza maturata, realizzando un progetto, ti accresce molto professionalmente. Il mondo è interconnesso, la comunicazione online sembra ormai una grande potenza, un fornitore illimitato di informazioni, ma in realtà è molto più fragile.

La guerra sta purtroppo segnando un altro triste capitolo della nostra recente storia. Ma come per la pandemia, può rappresentare un’altra occasione per valori come la solidarietà e la resilienza. Come stanno reagendo le biblioteche in Romania a questa situazione?

Come sempre, i bibliotecari si sono adattati molto rapidamente alle situazioni. Posso dire che una delle capacità del bibliotecario rumeno è l’empatia. In ogni regione ci sono bibliotecari che hanno mostrato la loro creatività e organizzato vari servizi per questo nuovo gruppo target: i rifugiati dall’Ucraina. Si legge molto attraverso programmi come “lettura senza confini” e i bambini ucraini sono attratti dalle belle attività che vengono organizzate per portare loro benessere.

Come vedi il futuro delle biblioteche? Cosa possono fare i bibliotecari per le loro biblioteche nel prossimo futuro per servire meglio le loro comunità di riferimento?

Sono una persona molto ottimista e vedo un bel futuro per le biblioteche, ma mi considero abbastanza realista da capire che ci vuole tempo. Dovremo imparare a convivere con l’incertezza e a correre dei rischi. Per i bibliotecari, il passaggio dalla pandemia ha significato raggiungere nuovi traguardi, costruire nuove direzioni di sviluppo, e questo ha comportato visione e responsabilità. I miei colleghi bibliotecari riconoscono questa necessità di un apprendimento permanente per crescere o sopravvivere. Cosa possono fare i bibliotecari? Rimanere creativi e chi non capisce che la biblioteca pubblica non significa solo gestire i libri, dovrebbe iniziare a rendersene conto. A causa del fatto che le persone hanno imparato a utilizzare i nuovi dispositivi, dal computer al cellulare, per fare le proprie ricerche, la biblioteca non è più la principale risorsa informativa per chi ha un accesso minimo a Internet. La sopravvivenza delle biblioteche è condizionata, in questo contesto, dal desiderio e dalla motivazione dei bibliotecari di trasformare questi spazi in spazi adatti alla società odierna. Una biblioteca deve essere flessibile, innovativa, capace di adattarsi, un luogo accogliente per l’apprendimento, accessibile a chiunque, dove i dibattiti siano costruttivi. Quel che è certo è che il bibliotecario del 2022 ha molteplici capacità, lavora con passione ed è professionale nella gestione delle informazioni.

Cosa consiglieresti ad un giovane studente che un giorno vorrebbe diventare bibliotecario?

Per entrare in questo campo ci vuole fiducia. Informatevi in ​​anticipo, perché può essere il luogo più monotono o, al contrario, il più impegnativo. E’ necessario sapere che può darti molte soddisfazioni se sei pronto ad imparare continuamente, a farti coinvolgere in progetti, a collaborare e ad aiutare gli altri. La biblioteca non è un luogo isolato. Sappi che può essere una voce nella comunità e un nodo importante in una rete. Il percorso che intraprenderai dipende da te.

L'autore

Mario Coffa
Mario Coffa
Mario Coffa archivista e bibliotecario, laureato in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Perugia (2005) e diplomato in Archivistica e Paleografia presso la Scuola di Archivistica dell’Archivio Segreto Vaticano (2010). Dal 2010 Lavora per CAeB (Cooperativa Archivistica e Bibliotecaria) presso le biblioteche dell’Università di Perugia come bibliotecario e come archivista presso l'Archivio Storico del Comune di Gubbio. Si occupa di Biblioteche Digitali e formazione in ambito di biblioteconomia digitale. Nel 2014 membro del Comitato Esecutivo Regionale dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) sezione Umbria, membro del gruppo AIB sul portfolio professionale e nel triennio 2017-2020 Presidente eletto di AIB Umbria. Dal 2020 membro dell'Osservatorio Formazione dell'Associazione Italiana Biblioteche. Autore di diversi articoli e interviste per Insula Europea sul tema degli archivi, delle biblioteche e del digital lending.

Link:

https://mariocoffa.wixsite.com/e-portfolio

http://vegajournal.academia.edu/MarioCoffa

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