L’Italiano fuori d’Italia

Silvia Argurio intervista Elena Pirvu

Elena Pîrvu è professore ordinario alla Facoltà di Lettere dell’Università di Craiova, Romania, dove insegna lingua italiana e storia della lingua. Tra le sue pubblicazioni scientifiche: I verbi ausiliari in italiano (Bucarest, 2000), Gramatica limbii italiene (Bucarest, 2001 e 2006), Morfologia italiana (Bucarest, 2003; Craiova 2012), L’uso del congiuntivo in romeno e in italiano (Craiova 2008). Ha inoltre tradotto in romeno svariati volumi tra i quali: Bizantinismo e mondo slavo di Konstantin Leontiev (Bucarest, 1999); L’opera poetica completa di Karol Wojtyla (Craiova, 1999); Grammatica Italiana. Italiano comune e lingua letteraria di Luca Serianni, con la collaborazione di Alberto Castelvecchi (Cluj-Napoca, 2004), L’italiano letterario nella storia di Francesco Bruni (Cluj-Napoca, 2006); Dialetto, dialetti e italiano di Carla Marcato (Cluj-Napoca, 2008). Ha tenuto lezioni e conferenze presso numerose università italiane ed europee e ha coordinato l’organizzazione di convegni internazionali dedicati alla lingua e alla letteratura italiana.

 

“Quest’anno si svolgerà l’ottava edizione del Convegno Internazionale di Italianistica promosso dall’Università di Craiova dedicato ai cinquant’anni di insegnamento della lingua e della letteratura italiana presso l’Ateneo. I lavori si articoleranno in quattro sezioni e prevedono la partecipazione di docenti e ricercatori provenienti da numerose università straniere. Può raccontarci qualcosa su come è nato e come si è sviluppato nel tempo il Convegno? Che impatto ha e quali opportunità offre agli studenti, ai giovani ricercatori e ai docenti?”

La serie di congressi di Italianistica dell’Università di Craiova è cominciata con un convegno su Giorgio Bassani tenutosi il 14 e il 15 aprile 2010, e i cui atti sono apparsi alla fine dello stesso anno presso l’Editore Franco Cesati di Firenze. All’epoca ero a capo del Dipartimento di Lingue Classiche e Moderne che ospita i corsi dedicati alle seconde lingue. Poiché già da tempo i colleghi della sezione di latino organizzavano giornate di studi, i docenti di italiano mi chiesero come mai noi non facessimo altrettanto. Accettai la provocazione. Nel febbraio del 2010, dopo alcune riunioni, decidemmo di organizzare un convegno in occasione dei dieci anni dalla morte di Giorgio Bassani. Per agevolare la partecipazione dei colleghi di linguistica romanza e letteratura comparata stabilimmo come lingue per le comunicazioni l’italiano e il romeno.

La risposta fu ottima: portarono il loro contributo 36 docenti e dottorandi di ricerca provenienti da Italia, Albania, Danimarca, Germania, Svizzera e Romania. Personalmente provai tante emozioni, e il convegno si dimostrò un successo. Incoraggiati da questo precedente abbiamo quindi pensato ad un nuovo convegno in occasione della decima edizione della “Settimana della lingua italiana nel mondo” (che dal 2004 si svolge annualmente nella terza settimana del mese di ottobre sotto il patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana). Per questa ricorrenza la Sezione di Lingua e Letteratura Italiana della Facoltà di Lettere dell’Università di Craiova e il Comitato Locale di Craiova della Società Dante Alighieri hanno organizzato – e continuano ad organizzare – una giornata di studio alla quale partecipano ogni anno studenti ed ex studenti laureatisi in italiano. Il 18 e il 19 ottobre 2010 abbiamo realizzato il II convegno intitolato “La lingua e la letteratura italiana in Europa”. Anche questo evento ha visto una grande partecipazione di docenti e dottorandi di ricerca giunti da tanti paesi.

Le numerose adesioni internazionali e il successo delle giornate di studi ci hanno convinto a riproporle annualmente alla fine della terza settimana di settembre. Il convegno di quest’anno si svolgerà tra il 16 e il 17 settembre 2016, mentre il prossimo sarà il 22 e il 23 settembre 2017.

Quest’anno è previsto l’arrivo di 71 tra docenti e ricercatori provenienti dalle università dell’Austria, della Bulgaria, della Repubblica Ceca, dell’Egitto, della Francia, della Germania, dell’Italia, della Grecia, della Polonia, della Serbia, della Slovacchia, della Spagna, della Svizzera, dell’Ungheria e della Romania. Devo confessare che molti relatori delle edizioni precedenti tornano a trovarci portando nuovi partecipanti. Ringrazio di cuore tutti i colleghi per il sostegno che danno ai nostri convegni di Italianistica. Per esempio il prof. Alfredo Luzi dell’Università di Macerata, la dott.ssa Mirela Boncea dell’Univesità dell’Ovest di Timisoara e la dott.ssa Silvia Madincea Pascu dell’Università “Tibiscus” di Timisoara che hanno partecipato a tutte le edizioni precedenti. Le colleghe Nedda Boyadzhieva e Daniela Ianeva dell’Università di Sofia “San Clemente d’Ocrida” ritornano per la settima volta. Il collega Claudio Nobili dell’Università Matej Bel di Banská Bystrica ed altri ancora ritornano per la quarta volta. Almeno 15 colleghi sono già stati qui due o tre volte.

Siamo veramente fieri di aver formato un bel gruppo di studiosi!

Al giorno d’oggi che spazio è riservato allo studio dell’italiano nell’Università di Craiova? come si articola la proposta didattica?

In Romania è prevista la laurea in due lingue. All’Università di Craiova l’italiano si studia come seconda specializzazione in combinazione con il romeno, l’inglese e il francese. È previsto anche un master di linguistica romanza, che spero venga attivato al più presto.

Al momento la situazione degli iscritti si presenta così: al II anno abbiamo 21 studenti, al III anno 24. Il numero di iscritti del I anno si conoscerà solo dopo il 10 ottobre.

 All’Università di Craiova il corso di laurea in italiano prevede 10 ore alla settimana.

Quali sono, secondo lei, i principali motivi per cui gli studenti scelgono l’italiano (opportunità di lavoro, interesse per la moda, per il cinema, per la letteratura)?

Ai nostri giorni, in cui i posti di lavoro sono così pochi, l’italiano si studia innanzitutto per le opportunità di lavoro in Italia o in Romania.

Al di fuori dell’ambito accademico si possono annoverare altri enti che contribuiscono in modo significativo, sul piano didattico e culturale, alla promozione della lingua e della letteratura italiane in Romania? In generale qual è l’atteggiamento della società rumena nei confronti dell’italiano?

Sì, esistono i licei bilingui e alcuni altri licei in cui si studia l’italiano come lingua opzionale, poi ci sono diverse scuole private di lingue e alcune associazioni italo-romene.

A Craiova esiste un Comitato Locale della Società Dante Alighieri di Roma, di cui sono presidente.

Il Comitato Locale di Craiova della Dante Alighieri è nato il 28 novembre 1992 e ha delineato da tempo il suo programma annuale: vengono offerti corsi gratuiti di lingua e cultura italiane con la durata di 2 anni conclusi da un esame finale e dalla consegna dei certificati di frequenza; si proiettano video viaggi in Italia; si celebra la “Settimana della lingua Italiana nel mondo” con conferenze sul significato dell’evento; si organizza la riunione tematica annuale “Creatori della cultura italiana” alla quale partecipano attivamente docenti universitari e studenti; infine abbiamo la festa di chiusura dell’anno accademico arricchita da conferenze dedicate alla Festa Nazionale d’Italia.

Quanto sono diffuse le opere italiane, dai classici ai testi contemporanei, nel mercato editoriale rumeno? Normalmente quali autori italiani saremmo certi di trovare in una libreria e quali invece faremmo fatica a reperire sugli scaffali?

La grande letteratura italiana è tutta tradotta in romeno. Tra gli autori contemporanei nelle librerie romene si può essere certi di trovare Umberto Eco, Italo Calvino e Alessandro Baricco, soprattutto perché sono stampati con un’alta tiratura.


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L'autore

Silvia Argurio
Silvia Argurio
Silvia Argurio si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza, dove si è perfezionata anche in Storia delle Religioni. Ha conseguito il dottorato presso RomaTre con un progetto sulla retorica dell’impossibilità nella lirica medievale italiana ed europea. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’università Sorbonne Nouvelle Paris3 dove collabora con il progetto DHAF (Dante d’hier à aujourd’hui en France) sulla diffusione e l’influenza dell’opera dantesca in Francia. Ha da poco pubblicato il primo commento integrale alla silloge Scintille poetiche di Giacomo Lubrano.