Maria Grazia Calandrone, autrice di poesia, prosa e saggistica, giornalista e artista visiva, è una delle più note e apprezzate voci del panorama culturale italiano. Poche settimane fa è uscito il suo ultimo romanzo, Dove non mi hai portata (Einaudi), che l’autrice ha presentato ripercorrendone il legame con il precedente Splendi come vita (Ponte alle Grazie, 2021) inserito nella dozzina del Premio Strega 2021.
Se nel volume del 2021, infatti, l’autrice ha affrontato il difficile rapporto con la madre adottiva, in quello più recente invece esplora un nodo se possibile ancora più intimo e complesso. Indagando la storia dei genitori biologici attraverso gli articoli di cronaca, Calandrone fa emergere infatti il ritratto di un’Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga. Fino a pagare con la vita la sua scelta d’amore. Con lei ha dialogato il giornalista Raffaele Lupoli.
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