Sono passati venti anni dall’uscita di Eyes Wide Shut, l’ultimo film di Stanley Kubrick, e da venti anni critica e pubblico vedono, godono e meditano qualità e caratteristiche del suo ultimo capolavoro. Kubrick è certamente uno dei pochi registi che, accanto al piacere delle invenzioni visive che la settima arte consente e al godimento della storia narrata, suscita nei suoi spettatori riflessioni profonde. La volontà di rendere autonomo il cinema, come se sconfinamenti e commistioni letterarie lo limitino, ha però spesso sollecitato i suoi critici a mettere in secondo piano i testi da cui i film traggono spesso la loro trama. Nell’articolo che segue si ritiene invece che la lettura attenta della Traumnovelle di Arthur Schnitzler, anziché il canovaccio da cui Eyes Wide Shut è “tratto”, costituisca l’autentico punto di riferimento con cui il regista americano ingaggia un vero e proprio “corpo a corpo” con il testo scritto. Se dal confronto il film ne esce illuminato, anche la novella, uno dei vertici della letteratura del secolo scorso, ripropone, arricchita, il suo inquietante e arcano messaggio.
Scarica l’articolo:
L'autore

- Luigi Cimmino insegna Gnoseologia delle Scienze Umane, Filosofia della Mente e Paradigmi Etici all'università di Perugia. Monografie recenti: Tempo ed esperienza. Intenzionalità, azione, filosofie del tempo, Aguaplano, Perugia 2020; Introduzione all'epistemologia della mente, Rubbettino, Soveria Mannelli 2012. In uscita, per la fine del 2023, Paradigmi etici, Aguaplano.
Ultimi articoli
avvenimenti8 Luglio 2023Narciso in frantumi
In primo piano26 Giugno 2022Vicissitudini dell’identità
Interventi17 Dicembre 2021Considerazioni su libertà e determinismo
Interventi27 Ottobre 2019Mann / Visconti: miti a confronto