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Alla scoperta della poesia greca: Giorgia Karvunaki

Giorgia Karvunaki è nata in Grecia, a Creta, a Canea. Vive ad Atene dove lavora come insegnante, traduttrice, promotrice culturale e ricercatrice storica. Le sue traduzioni, le sue interviste e i suoi articoli, sono stati pubblicati in riviste cartacee ed elettroniche in Grecia, in Italia e in Romania. Le sue traduzioni di opere teatrali sono state messe in scena in Grecia e in Italia. Nel 2018 è stata premiata dall’ Istituto Italiano di cultura di Atene con il “Premio Luigi Pirandello”.

La letteratura greca classica è stata ed è un modello per tutte le letterature occidentali e non, ma della letteratura greca contemporanea si conosce non molto in Italia. È forse un problema di lingua?

Sicuramente è un problema di lingua. Ma oltre al problema linguistico bisognerebbe considerare che in Italia la poesia greca del ‘900 ha faticato ad affermarsi perché i lettori di poesia, come d’altronde i lettori della letteratura classica, appartengono a una ristretta nicchia. Tuttavia delle antologie pubblicate di recente contribuiscono sicuramente alla diffusione e alla promozione della letteratura neogreca in Italia. Mi riferisco al volume Profili della Grecia moderna, Racconti premiati 2010 – 2018 e La Poesia nella Grecia di oggi – Premi statali 2010-2018 a cura di Maria Caracausi, realizzato con il contributo del Ministero della cultura e dello sport della Repubblica greca, in collaborazione con l’Associazione Europea Studi Neogreci, e al libro pubblicato nell’autunno del 2021 dalla casa editrice Hoepli, Lineamenti di letteratura neogreca con testi di scrittori, poeti e autori teatrali tradotti dalla curatrice Maria Angela Cernigliaro.

Quali sono i poeti greci che rappresentano meglio le tendenze dell’attuale ricerca poetica in Grecia? Qual è un tuo canone personale?

Non posso che riportare i nomi di alcuni poeti che ho tradotto, come Haris Vlavianòs, Nanos Valaoritis, Vaggelis Chrònis, Giorgio Chronàs, Panos Kyparissis, Liana Sakelliou, George Vèis, Ilias Papakonstantinou, Konstantinos Bouras, Stavros Stampoglis.

Come si forma il canone letterario o il canone poetico? Qual è il suo significato profondo? Come si mantiene o si muta nel tempo?

Il dibattito è stato particolarmente acceso tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta del secolo scorso. L’alterazione del significato di parole come ethos o come ethnos e il melting pot dovuto anche all’era internet, rendono estremamente ardua una possibile definizione del canone.
L’unico canone valido sembra essere quello che il poeta Nanos Valaoritis ha definito durante l’intervista che mi ha concesso nel 2015 per la rivista letteraria Verso Dove: «l’osservazione della realtà e l’espressione in versi dello spaesamento che ci circonda».

Quali sono i loro temi ricorrenti?

In uno scenario in cui “particolare” e “universale”, “nazionale” e “cosmopolita” si combinano in nuove formulazioni, sento più affini a me quei poeti che si misurano con le tentazioni e le sfide del mondo contemporaneo, che riescono a ricostruire la realtà attraverso il veicolo della fantasia, che sono in continuo dialogo tra il presente e la memoria collettiva del passato.

Ritornano nei versi dei poeti contemporanei immagini, metafore o mitemi derivanti dalla poesia classica?

Spesso e nelle più svariate tematiche.

Tradurre poesia è un’impresa difficile, forse impossibile. Quali espedienti cerchi nel tradurre dal greco all’italiano e viceversa?

Aiuta molto essere coscienti che il traduttore può solo approdare ai lidi della lingua di destinazione, come un ospite. Si sa che riesce a salvaguardare alcune cose, ma si sa anche che per altre non ci riuscirà. Nella nostra coscienza (di lettori e traduttori) la traduzione si muove tra una promessa di fedeltà e un sospetto di tradimento. In questo processo ambiguo, l’iter della traduzione è assimilabile al processo della memoria. Anche nella traduttologia, infatti, si verifica l’elaborazione del lutto, che in modo non piacevole, ma certamente prezioso, fornisce un ‘correttivo’, e ciò implica una rinuncia a una traduzione perfetta. Questa rinuncia è maggiore quando si parla di poesia, a causa della connessione indissolubile del significato con il suono delle parole, del significato con il significante. Le connotazioni semanticamente implicite della lingua di origine in qualche modo vagano tra i segni linguistici, frasi brevi o estese sequenze, e difficilmente trovano un equivalente nella lingua di destinazione (Paul Ricoeur, De l’interpretation: essai sur Sigmund Freud, Editions du Seuil, Paris 1965).

Quali difficoltà vi sono per chi traduce in greco i poeti italiani: sintattiche, lessicali, metriche?

Dipende dal singolo poeta. Comunque in linea di massima la materialità dei segni definisce l’essenza della poesia. Qualsiasi cambiamento della materialità comporta l’alterazione dei segni stessi, del loro status, in particolar modo comporta l’alterazione della loro carica emotiva. Nel tradurre poesia, ciò che chiamiamo trasferimento è un processo che non può essere una “ristrutturazione”, perché la ristrutturazione è una ricostruzione fatta con gli stessi materiali. Nella traduzione della poesia, invece, i materiali sono diversi, la lingua di origine è diversa da quella di destinazione. La traduzione della poesia è quindi una ri-creazione. Più in particolare è la creazione di una nuova poesia con i materiali della lingua del traduttore: un testo equivalente, ‘isobaro’ (della stessa carica emotiva), con tonalità simili al testo originale (Nasos Vagenàs, Ποίηση και μετάφραση (Poesia e traduzione), Stigmi, Atene 1989). ‘Il traduttore, in ogni modo, è costretto a raggiungere un risultato che deve essere relativamente migliore (Odysseas Elytis, Δεύτερη γραφή (Seconda scrittura), Ikaros, Atene 1996).

Quali poeti italiani sono maggiormente apprezzati e letti oggi in Grecia?

Montale, Quasimodo, Ungaretti (poesie sue tradotte da Elytis nel 1984 le ha musicate il compositore Notis Mavroudis), Saba, Pasolini, Penna, Milo de Angelis, Alda Merini sono tra i poeti più tradotti, letti e conosciuti. Sono apparse negli ultimi anni anche delle antologie di poesia italiana contemporanea, ma sembra che non siano riuscite a trovare molti lettori. Sappiamo che non basta pubblicare una raccolta di poesie, o un’antologia, bisogna organizzare più presentazioni, scrivere e ricevere delle recensioni. Nel 2021 le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante sono state l’occasione per una molteplicità di pubblicazioni, tra cui anche una nuova traduzione della Divina Commedia.

I libri di poesia riscontrano spesso problemi di distribuzione e scarsità di lettori. La situazione in Grecia è simile a quella italiana?

Non posso che confermare. Scarseggiano le case editrici che pubblicano poesia. I problemi di distribuzione sono di vario tipo in Grecia come in Italia. Scarseggiano pure i lettori. Ma visto che la poesia non salverà il mondo ma lo renderà migliore, come il poeta Vaggelis Chrònis ha detto durante una sua intervista, non può che sopravvivere contro le correnti e le controcorrenti del periodo che stiamo attraversando.

 

L'autore

Donato Loscalzo
Donato Loscalzo
Donato Loscalzo insegna Letteratura greca presso l'Università degli Studi di Perugia.