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Giordano Bruno: la mostra. Dialogo con Stefano Campagnolo

Stefano Campagnolo

Giovedì 22 febbraio alle ore 11,30, si inaugura, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la mostra L’ombra del filosofo. Giordano Bruno, Fabrizio Mordente e le operazioni del compasso di proporzione, curata da Saveria Rito. Abbiamo avuto la fortuna di dialogare in anteprima sulla mostra con il Direttore della Biblioteca, Stefano Campagnolo.

Le chiedo innanzitutto di spiegarci le ragioni che l’hanno spinta a realizzare questa mostra?

Tutto parte da un acquisto: seguire il mercato antiquario, sia attraverso le principali librerie, sia attraverso le aste, è una delle principali funzioni di una grande biblioteca, e, se posso permettermi, anche delle più interessanti e piacevoli, almeno quando si hanno risorse sufficienti per poter intervenire. Due anni fa ci è stata proposta una rarissima edizione di Bruno (i Dialogi duo de Fabricii Mordentis Salernitani... Parisiis: ex typographia Petri Cheuillot, 1586; legato con, dello stesso Bruno, la Figuratio Aristotelici Physici auditus, stesso editore e anno di stampa), di cui erano noti due soli esemplari (della Figuratio quattro), a Torino e Parigi. L’edizione di Bruno è, in senso letterale, ‘leggendaria’, perché legata all’aneddoto, testimoniato dai contemporanei Corbinelli e Pinelli, fra loro corrispondenti da Parigi a Padova, che vuole che Mordente – dopo aver dato il proprio assenso acché Bruno diffondesse in latino (che lui non conosceva) la propria invenzione, un compasso a nove punte, se ne sia amaramente pentito, temendo che Bruno gliela sottraesse e leggendo nell’opera di Bruno una neanche troppo velata critica per non aver egli compreso le implicazioni filosofiche della propria invenzione –, girasse tutta Parigi per comprare quante più copie poteva per darle fuoco! Le collezioni della Nazionale avevano già alcune rarissime edizioni legate a quest’opera di Bruno e da lì è partito un percorso di ricerca che ci ha, peraltro, consentito di mettere in luce anche una importante appendice novecentesca della storia della fortuna di Bruno, ricostruendo la storia del fondo bruniano della biblioteca.

A giudicare dal comunicato stampa, questa mostra si avvale di importanti collaborazioni, sia a livello nazionale che internazionale. Com’è riuscito a stabilire questi contatti e soprattutto ritiene che questo tipo di collaborazioni possa avere uno sviluppo anche in iniziative future?

Il partner principale che ci ha consentito, in un certo senso, di poter fare questa mostra è il Museo Galileo di Firenze, con cui appena pochi mesi fa abbiamo collaborato anche per una grande esposizione presso la Galleria Barberini sulla scienza ai tempi di Urbano VIII, appena conclusa. In particolare, il Direttore scientifico del Museo Galileo, il prof. Filippo Camerota, è probabilmente il massimo esperto al mondo su Mordente e gli strumenti scientifici a lui correlati. Abbiamo poi avuto la fortuna di intercettare l’interesse di Eugenio Canone, del CNR, uno dei più importanti studiosi di Bruno che ha accettato di presiedere il comitato scientifico della mostra. Fra i prestiti, sottolineo la presenza di tre bellissimi compassi, di cui uno, creato proprio da Mordente per Rodolfo II, arriva dall’Adler Planetarium di Chicago.

Può parlarci dei pezzi esposti e della loro importanza, anche a livello di rarità bibliografiche?

I Dialogi duo di Bruno si legano straordinariamente bene con le tre altrettanto rare edizioni di Fabrizio Mordente che la Nazionale già possedeva (il Compasso, del 1584, conosciuto in soli quattro esemplari, le Propositioni del 1598, e una finora sconosciuta copia calligrafica manoscritta della Quadratura del cerchio, opera conosciuta a stampa in due copie del 1591), cui abbiamo affiancato altre rarità assolute, come gli altri due dialoghi che Bruno dedica a Mordente (Idiota triumphans e De somnij interpretatione, dello stesso 1586) di cui esiste un’unica copia alla Biblioteca nazionale di Parigi, e molto altro. In generale, tutte le edizioni di Giordano Bruno rientrano fra i libri più rari del mondo. La Nazionale ha ben 17 prime edizioni in 20 esemplari (è la seconda collezione pubblica in Italia, dopo quella della BNCF). Abbiamo colto l’occasione, nella seconda sezione della mostra, di esporle tutte, corredandole con le opere ad esse correlate, di maestri e ispiratori di Bruno, in senso positivo e talvolta negativo. Sono tutti libri che hanno fatto la storia della scienza e della filosofia. A esempio, si potranno vedere due copie del De revolutionibus di Copernico, in prima e seconda edizione. Un piccolo concentrato di tesori bibliografici.

Pensa che questa mostra abbia prodotto delle novità dal punto di vista scientifico?

Sono due le principali acquisizioni: la prima, aver messo in evidenza un episodio della vita e del percorso intellettuale di Bruno apparentemente minore, ovvero la polemica con Mordente, attribuendogli una importanza e centralità maggiori. Dopo aver lasciato Parigi, Bruno si dedicò con continuità ai concetti elaborati grazie al contatto con Mordente e al suo mirabile compasso. Inoltre, si focalizza molto chiaramente la polemica antiaristotelica che caratterizza la sua azione a Cambrai (non a caso i Dialogi duo sono legati con la Figuratio). Ma il saggio del professor Canone si sofferma proprio sul secondo periodo di soggiorno parigino di Bruno.

La seconda, è l’aver ricostruito la storia della collezione bruniana della Nazionale, col nucleo principale che deriva dall’acquisizione fatta dal Ministero dell’Educazione nazionale dalla biblioteca di Angelo Marzorati nel 1932-33 grazie ad Antonio Bruers e Giovanni Gentile, con la scelta consapevole e ricercata di portare proprio a Roma e proprio alla Nazionale ben nove prime edizioni, per “risarcire Bruno” e, in un certo senso, inglobarlo nella nuova Italia fascista. È stata una grande sorpresa, poi, scoprire che Bruers e Gentile erano perfettamente a conoscenza dell’importanza della copia de La cena de le ceneri di Marzorati e delle sue varianti manoscritte, sulle quali nel 1955 Giovanni Aquilecchia ha condotto la propria edizione critica de La cena.

Un’ultima domanda. È previsto un catalogo? Se sì, sarà disponibile già il giorno dell’inaugurazione?

Certo, e comprenderà due importanti saggi di Canone e Camerota. Purtroppo temo che non riusciremo a essere in stampa per il giorno dell’inaugurazione. Abbiamo ritenuto che una fretta eccessiva potesse pregiudicare il risultato finale. Ci prenderemo qualche giorno in più…

COMUNICATO STAMPA