Considerato il racconto più intenso e problematico di Dostoevskij, “La mite” ha fatto e continua a far scrivere senza posa di sé. Meno noto, o quantomeno per lo più consegnato alla storia del cinema, è il film che ne trasse Robert Bresson. Regista sperimentale e “difficile”, venerato dai cinefili e mal tollerato dal grande pubblico, in Così bella, così dolce (1969), Bresson tenta una lettura del racconto che è tanto minimale nello stile quanto profonda e labirintica nella sostanza, dimostrando come la settima arte possa leggere alio modo, senza stravolgerne il significato, un capolavoro della letteratura planetaria.
L'autore

- Luigi Cimmino è professore ordinario per la classe M Fil/01, presidente del Comitato Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche dei Processi mentali, tenuto dalla Facoltà di Scienze della Formazione assieme alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Nel 2008, già rappresentante del dipartimento di Scienze Umane e della Formazione preso la sezione Umanistica del Consiglio Bibliotecario dell’Ateneo, Luigi Cimmino è stato eletto Presidente della Biblioteca Umanistica presso il Consiglio Bibliotecario d’Ateneo. Funzione accompagnata, assieme ad altri colleghi di filosofia, da una costante attività di ricerca bibliografica tesa a completare e arricchire la sezione di Scienze Filosofiche e Psicopedagogiche. Dati anche i suoi interessi come traduttore e studioso di grammatica comparata (italiano-tedesco), Cimmino è delegato del Preside di Scienze della Formazione presso il Centro Linguistico d’Ateneo. Fa inoltre parte del collegio di docenti della Scuola di Dottorato in Teoria e Ricerca Sociale e Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche.
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