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Maria Bianchi intervista Xoán Curiel

Xoán Curiel nasce in Spagna, a Fonsagrada, il 24 giugno 1975. Dopo aver studiato Economia Internazionale presso l’Università de La Coruña, nel 1998 si trasferisce a Santiago de Compostela, dove intraprende la carriera di attore, musicista e cantautore e continua la sua formazione teatrale, musicale e in altre discipline sceniche a Santiago, Barcelona e Madrid. Per sette anni lavora in alcune compagnie teatrali come attore, cantante, musicista e ballerino fino al 2009, anno in cui incide il suo primo disco Nai che gli darà occasione di organizzare le sue prime tournée in Spagna e all’estero (Brasile, Portogallo, Argentina, Italia e Francia). Nel 2011 presenta il suo secondo cd Magnético Zen, con il quale vince il Premio come miglior album in lingua galega all’interno della V Edizione de los Premios de la Música Independiente. Nel 2014 presenta il suo terzo lavoro  Estamos no verán!!!, un libro-disco per bambini, e, nello stesso anno, viene nominato come artista nella categoria della  Canción de Autor  nella seconda edizione del Premio di musica galega Martín Códax. Il 2015 lo vede come doppiatore nel film di produzione gallego-cubana Maimiño, ed è anche interprete dei brani che Silvio Rodríguez compone per questo film. Nel 2016 presenta il suo quarto disco Ecuacións, un lavoro sperimentale registrato in analogico negli studi della Radio Galega a  Santiago de Compostela, con la collaborazione dell’ingegnere del suono Toño Vazquez e con l’artista Julio Santín. Nel  2017 è finalista e 3º classificato nei Premios Ar(I)tmar della musica Galega e Portoghese, finalista nella quarta edizione dei Premios Martín Códax di Música Galega nella categoria della canzone d’autore e nelle due categorie come miglior album e migliore brano nei Premios Opinión da Música de Raíz. In ottobre compone le musiche e partecipa in qualità di direttore musicale al documentario sulla poesia galega Vértice de versos. Nel febbraio 2018 si esibisce al Teatro Sociale di Como ed effettua incontri con studenti presso scuole di Como ed Erba (CO). Il 2019 lo vede impegnato in due progetti diversi fra loro ma ugualmente stimolanti, entrambi in collaborazione con la casa editrice galega “Editorial Galaxia”; un primo progetto è un libro-disco per bambini A casa do terror che vede Curiel impegnato in una testo che, messo in musica e realizzato anche come spettacolo teatrale, vuole aiutare i ragazzi ad affrontare con il sorriso il sentimento della paura. Il secondo progetto, Canta, miña pedra canta, si riferisce a una rielaborazione di temi musicali della tradizione galega, contaminati da nuove sonorità, con testi in omaggio ad Antonio Fraguas. Nel corso degli ultimi anni, partecipa a spettacoli e festival soprattutto di musica d’autore e collabora con numerosi artisti spagnoli, portoghesi e latino americani. Le sue canzoni sono state tradotte e cantate in spagnolo, portoghese, brasiliano, tedesco e inglese.

Entrevista en galego

ph. Giovanni Fontana
ph. Giovanni Fontana

Nel tuo percorso poetico ci sono poesie di donne importanti della letteratura tanto italiane come galeghe. Come affronti l’interpretazione di queste grandi donne del presente e del passato?

Il primo concerto che ho avuto occasione di tenere in Italia è stato nel contesto del Festival Internazionale Alda Merini a Brunate, vicino a Como, e l’organizzazione mi fece pervenire due poesie della grande poetessa lombarda, di cui non ero a conoscenza. Immediatamente mi sono innamorato di una poesia intitolata Padre mio; il risultato è stato estremamente emozionante, anche perché posso dire che è per me una canzone quasi autobiografica:

https://www.youtube.com/watch?v=ux-rFY3y2Zg

Riguardo agli autori galeghi, la prima poesia che ho musicato è stata una poesia di Rosalia De Castro Xa nin rencor nin desprezo, che tratta della mancanza di aria. Nel mio percorso ho avuto anche occasione di comporre musica per poesie di autori contemporanei come Antìa Otero e Xavier Queipo.

Il secondo progetto nel quale ho lavorato nel 2018 è un documentario intitolato Vértice de Versos, diretto da Carlos Lorenzo. In questo documentario mi sono occupato della produzione musicale, ed è stato un lavoro di studio e di scoperta estremamente interessante, poiché offre una panoramica della ricchezza della poesia galega evidenziandone la sua inesauribile creatività.

https://vimeo.com/263778996

A quando risale la tua volontà di uscire dalle frontiere galeghe con la tua musica?

Per rispondere a questa domanda inizierei parlando della città in cui vivo ormai da 20 anni: Santiago de Compostela. È una città aperta, cosmopolita e allo stesso tempo anche molto europea, sebbene sia posizionata in Galizia vicino a quella che è stata chiamata per molto tempo la fine del mondo, ovvero Finisterre. Santiago è un centro culturale molto importante dove esiste un’espressione artistica molto libera; inoltre per questa città passano centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno ed è presente anche un campus universitario, in cui vivono Studenti provenienti da ogni parte di Spagna e d’Europa. Vedere questi volti sempre nuovi che rappresentavano terre sconosciute, mi ha spinto a viaggiare anche per migliorare le mie conoscenze culturali e artistiche. Nel corso della mia formazione come compositore e cantante ho viaggiato in Argentina, Brasile, Stati Uniti e anche in Europa: in questo modo ho potuto conoscere diverse culture, modi di vivere diversi, un nuovo modo di mettermi in relazione affrontando artisticamente il pubblico. Concludendo per me Santiago è una città sempre viva, che si rinnova continuamente e che riesce a rigenerarsi anno dopo anno, nonostante abbia una storia fondata sulle sue pietre.

Quali sono le tue sensazioni quando suoni in Italia, e come riesci ad esportare la cultura galega in una terra culturalmente ricca come quella italiana?

ph. Giovanni Fontana
ph. Giovanni Fontana

Riguardo al pubblico italiano, è stata una grande sorpresa per me il suo gusto per la parola, la poesia e l’estetica artistica. È stata anche una grandissima sorpresa constatare l’apertura che il pubblico italiano ha dimostrato nei confronti di una lingua di una cultura non particolarmente conosciuta, e la grande capacità di ascolto della stessa in un contesto minimalista come quello che io propongo con chitarra e voce. Sono nati dei progetti dall’idea di avvicinare la poesia galega al pubblico italiano, utilizzando delle poesie di autori galeghi che ho musicato io stesso: è stato un vero piacere vedere la curiosità e l’apprezzamento del pubblico italiano nei confronti di Palabras en musica, realizzato in collaborazione con l’attore italiano Dario Maria Dossena. In questo percorso vengono proposte poesie galeghe sotto forma di canzoni adattate ed interpretate in italiano da Dossena. Quando canto in Italia posso percepire l’influsso della grande cultura lirica italiana e il gusto per la poesia e la parola; posso pertanto affermare che il pubblico italiano ha una naturale estetica creativa che lo porta a mescolare la parola con la ritmica la musica e la melodia.

Hai riscontrato delle differenze tra la cultura italiana e quella galega?

Ritengo che la cultura italiana e quella galega siano complementari ed entrambe suscitano curiosità che risiede proprio nelle reciproche differenze. Penso che cantare in galego in Italia proponendo percorsi non solamente letterari ma anche artistici e musicali, sia un modo molto interessante anche per il pubblico italiano di conoscere un aspetto della cultura europea.

Come si sviluppa e quali sono i punti fondamentali del documentario Vértice de Versos?

Questo documentario è una visione della poesia degli ultimi trent’anni. Io mi sono occupato della musica e inoltre propongo mie canzoni come per esempio Novas, che è la canzone che apre anche il mio ultimo disco Ecuacions, e che il produttore del documentario ha considerato adatta per essere inserita in questo percorso attraverso la poesia galega.

https://www.youtube.com/watch?v=nR-2cZ5OnHY

Novas è una canzone strutturata solo con voce e si può considerare una canzone minimalista. Per questa ragione il produttore ha ritenuto che fosse perfetta per celebrare le diverse voci dei poeti inclusi in questo documentario. La canzone che chiude il documentario è un’altra mia canzone, creata a partire da un poema di Antonio Fraguas, che è uno dei poeti che appaiono nel documentario, e si chiama A razòn dos sentidos. Nel documentario inoltre ci sono anche video e creazioni di altri artisti che desiderano celebrare la produzione poetica galega.

Come scegli le poesie che poi vengono trasformate in canzoni?

In molti casi sono poesie che sono giunte tra le mie mani in modo assolutamente fortuito, direi quasi magico, anche se alla fine mi sono reso conto che questi testi avevano per me un significato estremamente profondo. Molto spesso è capitato che mi venissero inviate delle poesie da parte di Festival poetici, e in alcuni casi questi testi sono divenute canzoni in modo assolutamente naturale. A risultato completato, mi sono sorpreso io stesso della bellezza e dell’armonia delle canzoni. In ogni caso cerco sempre di interpretare il testo poetico, creando un’armonia musicale che possa far risaltare ed armonizzare il significato della poesia stessa.

La cultura galega sta vivendo un momento importante di nuove proposte a livello culturale. Come si colloca questo documentario all’interno del panorama culturale galego, soprattutto in riferimento alla diffusione della cultura fra i più giovani?

Di fatto uno degli scopi del documentario Vértice de Versos è favorire l’informazione riguardo alla produzione letteraria e alla poesia in lingua galega fra i più giovani. Nel documentario i tre conduttori sono tre adolescenti che appaiono leggendo poesie, in questo modo creano un nesso fra le diverse parti del documentario stesso. La presenza di questi ragazzi è di fatto una proposta per istituti e studenti che non hanno molte opportunità di avvicinarsi alla poesia galega, in questo modo possono interessarsi a ciò e avere una visione più ampia sulla cultura della terra dove vivono. Ovviamente Carlos Lorenzo, che è il produttore, aveva l’idea di creare qualcosa che fosse un documentario culturale e storico per diffondere la cultura galega fra i ragazzi, dandole in questo modo una nuova vita.

 

 

L'autore

Maria Bianchi
Maria Bianchi
Nata a Varese nel 1966, ha vissuto e studiato a Como, Milano e Barcellona laureandosi in lingua e letteratura spagnola con una tesi sperimentale in letteratura spagnola e storia dell'arte. Negli anni '90 ha insegnato italiano a Barcellona e poi ha collaborato con numerose associazioni culturali e artistiche sia in Italia che in Spagna, facendo parte dell'organizzazione tecnico-artistica di festival come ad esempio il Festival Mozart, la Stagione Lirica dello Sferisterio di Macerata, il Canto delle Pietre, Grec 93.  Dopo un periodo dedicato ad attività  inerenti alle relazioni pubbliche e all'interpretariato, dal 2003 è docente di lingua e letteratura spagnola in un liceo linguistico di Como e collabora con alcune scuole, università e centri culturali italiani e spagnoli nella realizzazione di progetti legati principalmente alla musica e alla parola.