In primo piano · Interventi

Spigolature sul Fondo Solmi

Nella primavera del 2016 il «Centro di studi storico-letterari Natalino Sapegno – Onlus» di Morgex (Aosta) ha acquisito la biblioteca e l’archivio del “prosatore, poeta e critico” Sergio Solmi, come lui stesso si definì in un’intervista del 1973.

Nel Fondo librario, che consta di più di 11000 volumi tra libri e riviste, si trovano edizioni rarissime, spesso accompagnate da dediche manoscritte degli autori, elemento che impreziosisce ulteriormente, come ho avuto modo di sottolineare altrove, il valore economico del manufatto. Partiamo da due dei più importanti poeti italiani del Novecento: Montale e Ungaretti. Grazie alle dediche apposte nei loro libri, si può intuire che l’amicizia con Solmi, risalente ai primi decenni del secolo scorso, si sia protratta per tutta la vita.

Nel caso di Montale troviamo una prima dedica del 12 luglio 1925 («A Sergio, fraternamente») nella princeps di Ossi di seppia (Torino, Gobetti, 1925) – recensito con parole profetiche dallo stesso Solmi («Si perdoni alla frettolosità di queste note se ho trascurato ciò che si sarebbe potuto pretendere, cioè una sistemazione, una “messa a punto” del libro nell’attuale geografia letteraria. Vi son critici specializzati nell’uso del sestante, che ritengono d’essersi sbrigati di un’opera o di un autore quando ne hanno indicato il grado di longitudine e latitudine, i confini e le isoterme annuali. Non diciamo che anche questo non sia utile. Soltanto, il nostro è un libro che saprà situarsi da sé. Come ogni poesia schietta, anche quella del Montale deve trovare lentamente il suo clima. Né ci mancherà certo l’occasione di tornare su questi Ossi di seppia, e, possiamo giurarlo, saremo quel giorno in buona compagnia») -, cui ne segue una successiva del 26 gennaio 1928, nella seconda edizione dell’opera (Torino, F.lli Ribet, 1928): «A Sergio / senz’altra parola», con evidente allusione all’incipit della poesia Non chiederci la parola che squadri da ogni lato, presente nella silloge. Si continua con la dedica nella princeps de La casa dei doganieri e altri versi (Firenze, Vallecchi, 1932: «A Sergio / il suo aff.mo / Eugenio / 1932»), per arrivare a quella di Tutte le poesie (Milano, Mondadori, 1977), dove Montale ricorda i molti anni di amicizia («A Sergio, / con 50 anni di affetto / Eugenio / 7/3/78»).
Non dissimile il caso di Ungaretti. Troviamo una prima dedica nella princeps del Sentimento del tempo (Firenze, Vallecchi, 1933: «A Sergio Solmi / intenditore di poesia / e amico / Giuseppe Ungaretti / Marino (Roma) il 1. settembre XI»), cui seguiranno tante altre dediche, spesso in libri rarissimi, tra le quali vale la pena di menzionare quella in Il povero nella città (Milano, Edizioni della Meridiana, 1949: «Per Sergio Solmi / il suo amico devoto / e il suo ammiratore / Giuseppe Ungaretti / Milano, il 19 settembre 1949») e in aggiunta quella di Un grido e paesaggi (Milano, Schwarz, stampa 1952: «A Sergio Solmi / fraternamente/ Ungaretti»).
Il quadro dei grandi scrittori italiani si amplia con Svevo (Senilità, Milano, Monreale, 1927: «A Sergio Solmi / Con saluti cordiali / Italo Svevo / 16.8.1927»), Sereni (Frontiera, Milano, Ed. di Corrente, 1941-XIX: «A Sergio Solmi con viva simpatia Vittorio Sereni / Milano febbraio 1941»; Diario d’Algeria, Firenze, Vallecchi, 1947: «A Sergio Solmi / con la viva simpatia del suo / Vittorio Sereni / Firenze, maggio 47»), Gadda ( La madonna dei filosofi, Firenze, Solaria, 1931: «A Sergio Solmi / cordiale e deferente omaggio / di Carlo Emilio Gadda / Firenze, 14 aprile 1931»; Il castello di Udine, Firenze, Solaria, 1934: «A Sergio Solmi / con affettuoso pensiero / e altissima stima / Carlo Emilio Gadda / Firenze, 11 maggio 1934 / (XII e.f.)»; Le meraviglie d’Italia, Firenze, Parenti, 1939: «A Sergio Solmi / in affettuoso ricordo / Carlo Emilio Gadda / Firenze, li 14 luglio 1939. / XVII»), Quasimodo (Poesie, Milano, Ed. Primi Piani, 1938: «a Sergio Solmi / sempre con l’antico affetto / Quasimodo / Milano, agosto 1938»; Odore di Eucalyptus ed altri versi, Premio dell’Antico Fattore 1932, Firenze, [s.n.], 1933: «a Sergio Solmi / con grande affetto / Quasimodo / Cagliari, ottobre XII»), e così via.

Ma il Fondo Solmi non si limita ai soli libri, ma conserva anche l’Archivio, dove si trovano materiali di lavoro, fascicoli relativi alla Petizione italiana per liberare Pound di cui Solmi e Diego Valeri sono stati gli ideatori, nonché missive scambiate con i grandi intellettuali e scrittori del Novecento. Tra questi ultimi mi limito a menzionare alcune lettere inedite di Pasolini, di prossima pubblicazione nell’edizione in fieri del suo epistolario, o quelle che vedono come protagonista Andrea Zanzotto, di cui si celebra quest’anno il centenario. La prima missiva, datata 1 agosto 1946, si deve a Diego Valeri, il quale in veste di critico letterario nonché di professore universitario prega Solmi di pubblicare qualche poesia del suo allievo Zanzotto nella rivista «Lettere ed arti»:

«Caro Solmi, mi permetto di presentarLe questo giovane amico mio (e già mio scolaro a Padova), il dott. Andrea Zanzotto, che io ritengo scrittore di forte ingegno e di accento personale. La prego di leggere qualcuno degli scritti ch’egli Le porterà; e mi auguro ch’Ella possa sceglierne uno da pubblicare in “Lettere ed Arti”. (Ho letto, or ora, il poemetto “Stella matutina” nel quale credo ch’Ella riconoscerà gli stessi pregi non comuni che vedo io). Colgo l’occasione per salutarLa cordialmente, e dirLe che ho letto con grande ammirazione le pagine sullo Scorpione dell’ultimo fascicolo».

Questa richiesta non avrà però seguito dal momento che la rivista, fondata l’anno precedente dallo stesso Solmi e da lui condiretta con Roberto Nonveiller, cessò le proprie pubblicazioni nei mesi a venire.
La lettera successiva, del 27 agosto 1949, è dello stesso Zanzotto:

«Illustrissimo signor Solmi, mi è stato detto che l’editrice “Meridiana” ascolta Lei, nelle pubblicazioni. Ecco, io ho il mio libretto che invecchia in soffitta… Mondadori mi aveva promesso che forse me lo avrebbe stampato, ma poi non ho saputo più nulla, e penso che ci sia ormai ben poco da sperare. Ora, pensavo alla “Meridiana”. Che mi dice? Che sia il caso di far delle proposte alla casa? O, forse, anche la “Meridiana” è in crisi? (Tutte le case sono in crisi quando si tratta di versi, specialmente di giovani ignotissimi come me…). Le sarò molto grato se potrà rispondermi consigliandomi».

La perseveranza dello Zanzotto sarà premiata con la pubblicazione, presso Mondadori, della silloge Dietro il paesaggio (Milano 1951), a seguito della vittoria per la sezione inediti del premio San Babila di Milano (della giuria facevano parte Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli e Vittorio Sereni). Tra coloro che Zanzotto omaggerà con il volume mondadoriano ci sarà lo stesso Solmi, la cui copia presenta un’affettuosa dedica autografa, a mo’ di testimonianza del ruolo certamente non secondario da lui svolto nella “scoperta” del poeta veneto: «A Sergio Solmi / con viva amicizia / devotissimo Andrea Zanzotto» (“dai libri di Sergio Solmi 3505”).
Un piccolo esempio di quanto sia importante conservare nello stesso luogo, laddove possibile, archivio e biblioteca di un intellettuale, in modo che lo studioso abbia sempre la possibilità di farli interagire tra loro.