La scoperta

Il “Libro d’onore” della Regia Università per Stranieri di Perugia

 

Cento anni fa nasceva a Perugia, su iniziativa dell’avvocato Astorre Lupattelli, e, come ricorda Alberto Stramaccioni, «del parlamentare, prima nazionalista e poi fascista, Romeo Gallenga Stuart, l’Istituzione culturale dedita alla diffusione della cultura italiana nel mondo», che nel giro di pochi anni si sarebbe trasformata, previa approvazione del Governo Mussolini e del Parlamento, in “Regia Università per Stranieri”. Non avrebbe potuto arridere miglior sorte a questo anniversario che il ritrovamento in una biblioteca privata, del “Libro d’onore” della prestigiosa Istituzione, ora esposto per la prima volta al pubblico nella mostra Dante a Porta Sole, presso la Biblioteca Comunale Augusta di Perugia. Si tratta del libro che accompagna i Corsi di cultura superiore a partire dal 1927. Al suo interno troviamo le firme dei conferenzieri o degli ospiti illustri dell’Istituzione fino al 1942.
Dopo la prima pagina a stampa in cui si dà conto della nascita dell’Ateneo e della sua missione («La regia Università italiana per stranieri è stata creata dal governo nazionale con legge 29 ottobre 1925 e con regio decreto 25 Marzo 1926 n. 680 per diffondere la maggiore e migliore conoscenza dell’Italia in tutte le sue manifestazioni passate e presenti – lingua, letteratura, arte, storia, costumi, istituzioni politiche, culturali, industriali e patriottiche -. Le lezioni sono tenute dai più illustri docenti delle Università in Italia. Ai corsi di alta cultura si aggiungono corsi di lingua e di letteratura che permettono agli stranieri di ottenere, previo esame, l’attestato di conoscenza della lingua italiana e anche il diploma di abilitazione all’insegnamento della lingua italiana all’estero»), la prima firma del Libro, datata 3 luglio 1927, si deve a Pietro Fedele, all’epoca Ministro della Pubblica Istruzione, il quale a mo’ di saluto scrive: «Fra le Istituzioni di cultura che, auspice S.E. Benito Mussolini, ha creato, la R. Università italiana per stranieri mi è particolarmente cara, non per ragioni personali o per i particolari ricordi di affetto che mi legano a questa città, ma per la profonda percezione che l’Università per stranieri risponde egregiamente agli intenti di alta cultura per i quali fu istituita, ed insieme all’interesse della nazione».
Nelle pagine successive si hanno più di 170 firme dei più importanti docenti, scienziati, prelati e artisti non solo italiani, tra i quali mi limito a menzionare in ordine cronologico: Bartolomeo Nogara, Giulio Buonamici, Lionello Venturi, Umberto Nobile, Pietro Tacchi Venturi, Guglielmo Marconi, Gino Arias, Arrigo Solmi, Luigi Federzoni, Agostino Gemelli, Pio Emanuelli, Romano Guarnieri, Vittorio Rossi, Giulio Quirino Giglioli, Filippo Tommaso Marinetti, Ettore Lo Gatto, Luigi Devoto, Giulio Natali, Luigi Sorrento, Luigi Pietrobono, Giovanni Gentile, Giacomo Devoto, Giuseppe Antonio Borgese, Giuseppe Prezzolini, Romeo Gallenga, Giulio Bertoni, Manfredi Porena, Bruno Migliorini, Alessandro Pavolini, Massimo Pallottino, Giovanni Galbiati, Guido Manacorda, Antonino Pagliaro. Con lo scoppio della guerra si riduce ovviamente il numero degli ospiti: l’ultima firma si deve a Carlo Alberto Biggini, all’epoca Rettore dell’Università di Pisa, e risale con ogni verosimiglianza al novembre del 1942.
Nel vasto novero delle dediche che precedono le firme, meritano di essere ricordate per la loro originalità i testi di Marinetti («Gloria alla Università Italiana per Stranieri che serve umilmente la grande causa dell’orgoglio italiano! Marinetti Futurista» [senza data, ma con il 19 settembre 1928 come terminus post quem e il 2 dicembre dello stesso anno come ante quem]), quello in versi di Natali del 23 luglio 1929 («Fra il Tebro e l’Arno, ov’è più sacra Italia, / siedi Perugia; a la tua forza grave, / la tua grazia soave, / che suscita e che ammalia, / chiama nel tuo novello inclito Studio / da lor plaghe remote i pellegrini / de l’ideale, e li fa cittadini / di nostra patria grande. / Per te, da te, d’Italia, / la rinnovata gloria si spande»), e infine la dedica di Giuseppe Prezzolini del 24 Luglio 1931 («Io, che sono uno spirito critico, ho provato, visitando l’università per gli stranieri in Perugia, la grandissima gioia di non aver nulla “da criticare”. Non si poteva far meglio per rispondere al bisogno, che dopo un paio di secoli riprende gli studenti di tutto il mondo, di recarti in paesi stranieri per perfezionare la loro educazione, dico stranieri: ma a chi è straniera l’Italia? Non si poteva far meglio; con quanto gusto artistico, con quanta abilità amministrativa, Astorre Lupattelli, il “genius loci”, ha saputo creare, perfezionare, e con quanta industre, preveggente e felice intuizione egli si accinse ad ingrandire! Son stato sempre lieto d’aver avuto i natali, sia pur per caso, in questa bella città, ma da quando ho conosciuto il Lupattelli, e la “sua” Università, me ne sento anche orgoglioso»).

Bastano queste poche indicazioni per comprendere quanto nell’epoca in questione questa Istituzione abbia contribuito alla diffusione della cultura italiana nel mondo, grazie soprattutto alla capacità del rettore Lupattelli nell’invitare i più importanti protagonisti e intellettuali del periodo.
Non trovo parole più adeguate nel chiudere questa segnalazione, se non quelle della dedica vergata da Giovanni Gentile il 7 giugno 1930: «Onore ad Astorre Lupattelli! Questa sua Università dimostra quel che può fare con pochi mezzi la fede, l’intelligenza, il patriottismo di un uomo innamorato di una nobile idea. Questa Università accrescerà la simpatia degli stranieri per l’Italia non soltanto per gli studi che essi verranno a farvi della nostra arte, del nostro pensiero e della nostra storia, non soltanto per l’ospitale accoglienza che essi vi troveranno, ma anche per la conoscenza che vi faranno di un uomo come Astorre Lupattelli, che con tanta tenacia di pensieri e d’opere sa vivere disinteressatamente per un’idea. Ad multos annos!».
Tantissimi auguri di buon centenario Università per Stranieri!