Motore narrativo di questa nuova storia Disney dedicata a Marco Polo, uscita sul numero 3583 / luglio 2024 di «Topolino», per celebrare i 700 anni dalla morte del viaggiatore veneziano (avvenuta l’8 gennaio 1324), e per rinnovare tra i più giovani la memoria della sua impresa in Oriente, lungo la via della seta, che durò ben 24 anni, dal 1271 al 1295, è rappresentato dal racconto del rinvenimento casuale, da parte di zio Paperone, di un indizio per la scoperta di un tesoro. Ben nascosto nel dorso di un manoscritto medievale, contenente il testo de Il Milione, nella trascrizione di Rustichello da Pisa, posseduto dalla biblioteca del «Club dei Milionari» di Paperopoli, del quale Paperon de’ Paperoni è socio, sia pure a malincuore, smanioso com’è di passare quanto prima tra i soci dell’altro, e più prestigioso club cittadino, quello dei Miliardari, si trova, infatti, un indizio per giungere a un misterioso tesoro del «Gran Cane». Nell’albo Disney, la storia è divisa in due episodi, con soggetto e sceneggiatura di Marco Nucci, con i disegni di Giorgio Cavazzano (le chine di Alessandro Zemolin, e il colore di Gaetano Gabriele D’Aprile).
All’epoca della storia, zio Paperone si era appena trasferito a Paperopoli, dopo aver lustrato scarponi a Glasgow, e dopo aver girato il mondo, tra avventure e peripezie, non ancora miliardario. Paperino lavorava come mozzo su di una imbarcazione di stanza nel mar Mediterraneo, e John D. Rockerduck, invece, già miliardario, era il solito presuntuoso che i lettori Disney ben conoscono, proprietario, tra le (tante) altre cose, anche della sede del Club dei Milionari di Paperopoli, prendendosi, quindi, il gusto, con regolarità, ogni sei mesi, di passare personalmente dal Club e di ritirare da ciascuno dei soci un “centone” simbolico di affitto. Questo rito (umiliante) infastidiva oltremodo zio Paperone, che già avvertiva, a pelle, anzi, a piume, una profondissima antipatia per quel papero. In un alterco, durante il quale Rockerduck lo aveva appena preso in giro, Paperon de’ Paperoni promise al rivale che gli avrebbe ben presto fatto mangiare il cappello, l’elegante bombetta della quale Rockerduck andava fiero, come pegno di scommessa persa.
Ildebrando McMillion, presidente del Club dei Milionari, invita Paperone a scoprire i piaceri di una vita lenta, e senza le preoccupazioni tipiche dei miliardari, coltivando, al contrario, il piacere della lettura, attingendo proprio dalla Biblioteca del Club, che, grazie al suo impegno, era diventata la Biblioteca più fornita della città. Paperon de’ Paperoni, ovviamente, totalmente sordo a questi richiami, si dice soddisfatto della lettura dell’estratto conto, motivo, peraltro, di continuo dispiacere, visto che il suo patrimonio, in quel momento, si piazzava ancora ben al di sotto del miliardo, soglia minima d’ingresso per il Club cittadino dei Miliardari. Per distoglierlo da questi pensieri tristi, Ildebrando, un giorno, pensò bene di mostrare a Paperone una copia de Il Milione, il memoriale di viaggio di Marco Polo, nella versione manoscritta di Rustichello da Pisa, dettatogli da Marco Polo stesso, suo compagno di prigionia, nel 1298, con il resoconto del suo straordinario viaggio in Oriente, fatto in compagnia del padre Niccolò, e dello zio Matteo, fino a raggiungere la remotissima e leggendaria Xanadu, sede imperiale di Kublai Khan, l’imperatore alla cui corte i tre mercanti veneziani vissero per diversi anni, e dove fecero esperienza diretta dell’ospitalità del Gran Khan.
La ricerca del misterioso tesoro del «Gran Cane», da parte di Paperon de’ Paperoni, parte da Venezia, per raggiungere, poi, progressivamente, Istanbul, Trebisonda, Pagan, Xanadu, tra colpi di scena e trovate geniali, in compagnia di Paperino, il nipote marinaio (mozzo), incontrato del tutto casualmente tra le calli di Venezia, ma anche di Ildebrando McMillion, che, di nascosto, segue i due, con l’intenzione di sottrarre a Paperon de’ Paperoni, al momento opportuno, il tesoro del «Gran Cane». Giunti a Xanadu, la città imperiale, Paperino e zio Paperone rinvengono un immenso tesoro, che, con gran sorpresa e sconcerto di Ildebrando, si rivela essere una Biblioteca, con migliaia di manoscritti, lì accumulati, e «scampati alle ingiurie del tempo». Ildebrando McMillion, imprecando e maledicendo l’avversa sorte (e i libri), dopo aver confessato di odiare i libri e la lettura, scappa via, lasciando il tesoro a Paperon de’ Paperoni. Lungo la via del ritorno, zio Paperone, ripercorrendo le tappe di Marco Polo, stringe contratti e fa affari su affari con mercanti orientali, raggiungendo, così, l’agognato primo miliardo, tondo tondo (grazie anche alla sua monetina da dieci cent, che porta sempre con sé). Persa la scommessa, l’odiato Rockerduck è costretto a mangiare il suo cappello, e a vedere il trionfo di Paperon de’ Paperoni, che, dopo il primo miliardo, diventò ben presto biliardario, quindi, triliardario, bisbiliardario, e, infine, spaventiliardario, continuando a leggere, cento, mille, un milione di libri.
Già in passato la Walt Disney aveva omaggiato Marco Polo e il suo Milione, conosciuto anche con il titolo «Il libro delle meraviglie del mondo», precisamente nel 1982, con «La storia di Marco Polo detta Il Milione», poi inserito nella collana delle Grandi Parodie Disney, e ristampato più volte, con sceneggiatura a cura di Guido Martina e Romano Scarpa, e con i disegni di Romano Scarpa.
L’opera di Marco Polo, e l’intervento di Rustichello da Pisa, che arricchì la narrazione con la sua capacità romanzesca, ebbe un immediato e larghissimo successo. A noi, oggi, son giunte copie e riscritture in toscano, francese e italiano del XVI secolo. Nella versione Disney del 1982, i tre mercanti veneziani, i fratelli Niccolò e Matteo Polo, più il figlio diciassettenne di Matteo, Marco, erano interpretati, rispettivamente, da Pico De’ Paperis, Paperon de’ Paperoni, e Paperino. Il ruolo di una cugina di Marco Polo era interpretato dal personaggio Disney di Paperina. L’idea di partenza è che Paperon de’ Paperoni ha deciso di realizzare, in economia, un Kolossal sulla vita e sulle imprese di Marco Polo, con sceneggiatura (a gratis, ovviamente) scritta da Topolino. Nella parodia del 1982, nelle battute inziali, Paperino suggerisce a Topolino e zio Paperone di intitolare il Kolossal «Il Miliardo», senza ottenere il consenso di zio Paperone (scatenando anche l’ironia dei nipotini Qui, Quo, Qua). È un dettaglio curioso, questo, visto che l’attuale ri-scrittura dedicata a marco Polo porta proprio questo titolo. Il viaggio dei paperi, sostanzialmente, in questa storia, ricalca l’impresa dei tre mercanti veneziani, pur con qualche necessaria differenza. Per esempio, i tre paperi Polo cercano di salire sulla cima dell’Ararat, con l’intenzione di staccare un pezzo dell’arca di Noè, che, secondo la leggenda, si troverebbe incastrata proprio su quei ghiacciai, ma all’ultimo desistono dal proposito perché travolti da una valanga. I giacimenti di pietre preziose (nell’attuale Kerman, regione posta al centro dell’Iran), dette «turchesi», richiamano l’attenzione del papero Matteo Polo (cioè, Pico de’ Paperis), che ne osserva l’estrazione, da parte di operai schiavi. Nella parodia Disney, Paperone, oltre a vestire i panni di Niccolò Polo, interpreta pure il ruolo del Gran Khan, che accoglie benevolmente il giovane Marco. In compagnia del Gran Khan, i paperi raggiungono la splendida città di Cambaluc (l’attuale Pechino), capitale dell’impero del Catai. Marco resta fortemente impressionato dalla grandezza e dall’imponenza della città (dodici porte, con borghi, mercanti, palazzi e tantissima gente). Marco (Paperino) resta affascinato, oltre che dalla ricchezza del Gran Khan, anche dai fuochi d’artificio, dalla carta moneta, dagli spaghetti, dalla grande muraglia, e da tanto altro ancora, vivendo situazioni complicate e difficili (in qualità di ambasciatore del Gran Khan, nelle province più lontane dell’impero). Nella storia Disney, il ministro ribelle e spietato Achmach viene interpretato da Rockerduck. Come pure, il personaggio Disney Gambadilegno interpreta il ruolo di re Caidu, cugino di Kubilai Khan, che si ribella all’autorità dell’imperatore. Dopo anni e anni trascorsi presso la corte del Gran Khan, anche i tre paperi fanno il loro ritorno a Venezia.
Nel 1973, era stata la volta di un altro albo Disney dedicato a Marco Polo: «Zio Paperone e il tesoro di Marco Polo», pubblicato su «Topolino», n. 893 (7 gennaio 1973), con la sceneggiatura di Carl Fallberg, e con i disegni di Tony Strobl.
Approfondimenti pop
Francesco Guccini, Asia (1970, nell’album L’isola non trovata)
Jovanotti, Marco Polo (1995, nell’album Lorenzo):
Sul Marco Polo di Italo Calvino, ne Le città invisibili (1972), tornerò a breve, con un intervento specifico.
L'autore
- Trifone Gargano è professore presso l’Università degli Studi di Bari, con l’insegnamento «Lo Sport nella Letteratura». Ha insegnato «Linguistica italiana» al Corso di Laurea Magistrale in «Scienze della Mediazione Linguistica», e «Didattica della lingua italiana» per l’Università degli Studi di Foggia, e «Storia della lingua italiana» in Polonia (Università di Stettino). È autore di numerose pubblicazioni e collabora con la Enciclopedia Treccani, con il quotidiano «Corriere del Mezzogiorno» («Corriere della sera»), e con diversi blog letterari. Realizza lezioni-spettacolo sui Classici della Letteratura italiana, ed è commentatore televisivo e radiofonico.
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