conversando con...

Carlo Pulsoni intervista Antonio Prudenzano

Antonio Prudenzano (su Twitter: @PrudenzanoAnton), nato nel 1985, giornalista professionista, su Affaritaliani.it cura la pagina “Libri & Editori” e si occupa anche di musica, teatro, cinema, tv, arte e nuovi media.

Affaritaliani.it è uno dei più importanti quotidiani online italiani. Si occupa prevalentemente di politica, economia, finanza, sport, cronaca, ma anche di cultura. Quanto incide quest’ultima nell’economia del giornale?

Incide molto, e incide sempre di più. Ricordo che Affaritaliani.it, fondato nel 1996 da Angelo Maria Perrino, è stato il primo quotidiano generalista esclusivamente online nato in Italia. Attualmente, oltre alla pagina Culture, in cui diamo spazio al dibattito culturale, all’arte, al design, al teatro, alla musica e al cinema, su Affaritaliani.it sono presenti anche una sezione tutta dedicata alla filosofia e alle idee, e una che racconta in modo specifico il mondo dell’editoria libraria. Si tratta di temi a cui è data ampia visibilità nella nostra home page.

Cosa vuol dire occuparsi di cultura in un giornale online?

Affaritaliani.it è un quotidiano, non un blog o una rivista online. Il nostro primo compito, quindi, è quello di pubblicare notizie in tempo reale, non (solo) commenti. E anche in ambito culturale, a differenza di quello che a volte si potrebbe pensare sfogliando le ex ‘terze pagine’ dei quotidiani cartacei – a cui personalmente resto legato -, le “notizie’ non mancano. Ma la cultura è fatta anche di approfondimenti, interviste e, nel nostro caso, di retroscena, nuove tendenze e curiosità. Con sguardo sempre vigile alle novità in arrivo dal web e dagli altri Paesi. Inoltre, va ricordato che su internet non gioca un ruolo decisivo solo il testo scritto, ma contano molto anche le immagini e i video.

Ci sono differenze, a tuo avviso, con le pagine culturali dei media cartacei o con le loro rispettive versioni online? Mi riferisco soprattutto a livello linguistico nella redazione dei pezzi: per essere più concreti: ritieni che sarebbe possibile avere un articolo alla Arbasino in un quotidiano online?

Su internet c’è spazio anche per Arbasino. Con un autore capace di certi guizzi letterari, gli esiti sarebbero imperdibili… In generale, a livello linguistico non credo siano così forti le differenze tra carta e web. Sicuramente nei blog letterari si è diffuso un certo tipo di linguaggio, diverso ancora da quello che si tende a usare nelle riviste culturali online; ma quando il discorso si sposta sui giornali generalisti online, allora le differenze con le “terze pagine’ dei cartacei si notano meno.

C’è una lunghezza standard o quanto meno un limite che non si può oltrepassare negli articoli che pubblichi?

Non c’è. È vero che in rete il tempo medio di lettura di un articolo è piuttosto limitato, e che quindi generalmente è consigliabile pubblicare testi non troppo lunghi. Ma ciò non vale per gli articoli delle pagine culturali. Spesso si tratta di interviste o di approfondimenti, dove non avrebbe senso puntare sulla brevità. Chi si informa attraverso la rete sa perfettamente quanto tempo dedicare alle singole notizie. E quando legge approfondimenti su tematiche culturali, è disposto a fermarsi per più tempo.

Nei quotidiani tradizionali si utilizzano degli accorgimenti per conferire importanza ai pezzi, quali titoli a tutta pagina o sensazionali. Lo stesso vale per Affaritaliani.it?

Più che sui titoli, puntiamo sulla collocazione in pagina, e sulla rilevanza data in home page. Va anche detto, però, che i social network hanno allargato il numero dei lettori, che spesso arrivano direttamente da Twitter o Facebook: in questi casi la collocazione in pagina non conta.

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported License