Festival europeo di poesia ambientale

Carlo Pulsoni intervista Silvia Girardi

Silvia Girardi è una performer e regista italiana naturalizzata americana, con base a Verona. Il suo lavoro è stato presentato in teatri, musei, centri per la danza e arti visive. Tra il teatro, la performance, la danza, è autrice di opere originali con interesse per l’elaborazione del processo di composizione nell’interrelazione tra diverse discipline artistiche. Dal 2000 al 2012 vive a San Francisco, dove si occupa di progetti artistici come attrice, regista e educatrice. Dal 2002 al 2006 è direttrice artistica di Third Stage Theatre. Nel 2006 costituisce SGArt, un progetto di promozione e diffusione dell’arte contemporanea italiana negli Stati Uniti organizzando mostre, eventi, e scambi tra gallerie d’arte internazionali. Dal 2012 vive a Milano, dove è docente di training e devised theatre alla Scuola Paolo Grassi. Con il regista Gabriele Donati ha scritto, prodotto e diretto “Alberi” premiato come miglior documentario al Festival del Cinema Italiano 2021. Dal 2019 collabora con la redazione di Medium Poesia contribuendo con la traduzione di una selezione di poesie di Miriam Bird Greenberg da “Other World”. Nel 2021 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Sparizioni”. Per ulteriori informazioni www.silviagirardi.com.

Silvia Girardi parteciperà all’EcoReading del Festival europeo di poesia ambientale, che avrà luogo venerdì 5 novembre alle 21 (ora italiana). A lei, come agli altri ospiti dell’evento, ho rivolto le medesime domande.

«Siamo tutti fatti di ciò che ci donano gli altri: in primo luogo i nostri genitori e poi quelli che ci stanno accanto; la letteratura apre all’infinito questa possibilità d’interazione con gli altri e ci arricchisce, perciò, infinitamente. […] Al di là dall’essere un semplice piacere, una distrazione riservata alle persone colte, la letteratura permette a ciascuno di rispondere meglio alla propria vocazione di essere umano» scriveva pochi anni fa Cvetan Todorov (La letteratura in pericolo, Garzanti, 2008). Nella sua esperienza, in che modo ritiene che la letteratura abbia contribuito alla sua formazione da un punto di vista umano?

La letteratura, la poesia in particolare, mi accompagna dall’adolescenza. Ho sempre trovato rifugio nelle parole, nel poetico come ricerca interiore e spinta ideale. Da adolescente più per una ribelle evasione dal reale, successivamente come modello morale, ora come vero e proprio antidoto di sopravvivenza nel quotidiano.
Lo esprime bene Wisława Szymborska, è una salvezza: “La poesia – / ma cos’è mai la poesia? / Più d’una risposta incerta / è stata già data in proposito. / Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo / come alla salvezza di un corrimano”.
La letteratura è per me una libertà e una guida. Come scrive Franco Fortini: “Esiste, nella poesia, una possibilità…”.

Che cosa significa per lei, in veste di poeta, l’ambiente e quanto quest’ultimo ha inciso e incide attualmente nella sua produzione poetica? 

L’ambiente naturale è una fonte primaria di ispirazione, trampolino di lancio creativo da cui spesso parto per ascoltarmi e per osservare. Camminare nel bosco, salire una cima, muovermi nell’acqua hanno un effetto neutralizzante. Dal pieno al vuoto, dalla saturazione della vita pratica, allo spazio in cui posso sentire e trovare le immagini, l’impulso al gesto teatrale o alla parola. La natura è luogo di riflessione e anche protagonista dei miei spettacoli e delle mie poesie.

Cima Corrasi

Come il ginepro
allungato da un vento teso
finge di seguire nella forma quell’unica direzione
invece con oscillazione libera impulsiva
misura il punto di equilibrio fermandosi
con più forza in se stesso

così in piedi in un teatro di roccia
simulo un’aderenza terrena

parole non dicono
dove sono e mi vedo vagare
cerco sparizione nel vuoto del legno

Ritiene che la poesia ambientale possa avere un ruolo sociale? 

Non so se la poesia ambientale possa avere un ruolo sociale, sicuramente può contribuire ad ispirare menti già sensibili al tema, o sensibilizzare chi può ascoltare. Sicuramente ha un ruolo nel contesto più ampio delle azioni culturali e divulgative che possiamo fare verso uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente, più equo.

Un’ultima domanda. La questione dell’ambiente pone, di riflesso, un dilemma esistenziale: il binomio cura-comprensione si scontra con l’idea dell’annientamento, con il dramma dell’estinzione. Può il linguaggio poetico focalizzare tutto questo?
Il dilemma esistenziale sta proprio nel dualismo, nella separazione. L’Uomo è Natura, non è separato da essa, anche se ne è sempre più estraneo. Forse proprio in questa riconciliazione sta la salvezza. Chi potrà salvare l’uomo dall’estinzione, se non l’uomo stesso?

In collaborazione con Sapereambiente

 

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