Come tradurre le espressioni dialettali dei romanzi italiani in norvegese?
Categoria: L’arte del tradurre
«Tradurre al quadrato»: traduzione e pastiche. Giulia Falistocco dialoga con Ornella Tajani
Chi traduce una scrittura mimetica può permettersi maggiori «infedeltà creative» (l’espressione è di Borges), détours intertestuali, esasperazioni dello stile, degli stilemi; pur rispettando sempre il contrat de pastiche, può, insomma, osare di più.
Cristiano Ragni intervista Anna Gadd Colombi
Preservare tanto la lettera quanto lo spirito di un’opera di letteratura deve essere lo scopo primario del traduttore letterario.
Maristella Petti intervista Anna Mioni
Un traduttore letterario professionista ha il dovere di tenersi aggiornato su tutti gli aspetti delle sue lingue di lavoro, tra i quali rientra anche la produzione letteraria, ma senza una comprensione dei vari registri linguistici, della cultura quotidiana di quell’area, delle fonti di ricerca affidabili, la conoscenza letteraria non è sufficiente.
Il Giappone tradotto: letteratura, manga, Murakami e Fukushima. Giulia Falistocco dialoga con Antonietta Pastore
Per me tradurre rappresenta prima di tutto proporre al lettore italiano un’opera letteraria che io apprezzo. Infatti scelgo solo testi che mi piacciono; non so nemmeno immaginare di tradurre un’opera che non mi piace. Significa anche dare accesso a una cultura e una mentalità diversa da quella italiana. Io traduco dal giapponese, una cultura molto distante dalla nostra (sebbene presenti dei punti in comune), perciò la pratica della traduzione non ha solo un valore letterario, ma anche sociale.