«…e la poesia no l’è in gnessuna lengua / in gnessun logo - fursi». Così, in Filò (1976), Andrea Zanzotto dichiara l’imprendibilità della lingua poetica. Poi, subito dopo, in Il Galateo in Bosco (1978), quell’invenzione dialettale, deissi della negazione, riemerge dalle nebbie dell’oblio: «Ed è così che ti senti nessunluogo, gnessulógo (avverbio) / mentre senza… Continue reading «…e la poesia no l’è in gnessuna lengua». Zanzotto e la pantera profumata
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La Basilicata, dal punto di vista linguistico è una vera miniera a cielo aperto
Patrizia Del Puente ci illustra il progetto A.L.Ba. dedicato allo studio dei dialetti lucani
Etica e traduzione: tradurre eticamente è possibile
Essere onesto con l’autore che si traduce è innegabilmente il principio base che dovrebbe seguire ogni buon traduttore.
Il mio Camilleri
Quindici anni fa, nel mio primo contributo su di lui, parlai della lingua dei romanzi montalbaniani usciti fino ad allora (l’ultimo: Il Giro di boa, 2003) e li stroncai. Subito dopo ricevetti da Camilleri una missiva, letta durante una seduta di un Consiglio di Facoltà, in cui quel mio articolo veniva elogiato.
Interrogare la lingua di Sanremo
Una ricerca costata cinque anni di lavoro. Grazie a un progetto avviato a partire da una tesi di laurea di Luca Piroddi, un giovane studioso mio allievo e ideatore e realizzatore del piano di lavoro insieme a me (nato in seno all’Osservatorio della Lingua italiana dell'Università di Cagliari), sono finalmente online "Le parole di Sanremo"