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«…e la poesia no l’è in gnessuna lengua». Zanzotto e la pantera profumata

«…e la poesia no l’è in gnessuna lengua / in gnessun logo - fursi». Così, in Filò (1976), Andrea Zanzotto dichiara l’imprendibilità della lingua poetica. Poi, subito dopo, in Il Galateo in Bosco (1978), quell’invenzione dialettale, deissi della negazione, riemerge dalle nebbie dell’oblio: «Ed è così che ti senti nessunluogo, gnessulógo (avverbio) / mentre senza… Continue reading «…e la poesia no l’è in gnessuna lengua». Zanzotto e la pantera profumata

Interventi

Il mio Camilleri

Quindici anni fa, nel mio primo contributo su di lui, parlai della lingua dei romanzi montalbaniani usciti fino ad allora (l’ultimo: Il Giro di boa, 2003) e li stroncai. Subito dopo ricevetti da Camilleri una missiva, letta durante una seduta di un Consiglio di Facoltà, in cui quel mio articolo veniva elogiato.